FIRST
TIME di Germana Blandin Savoia
Dietista
autrice blogger
FONDAZIONE
FERRERO – ALBA
DALLA
COLLEZIONE DEL MUSEO BOIJMANS VAN BEUNINGEN DI ROTTERDAM
Va detto subito che la mostra
internazionale è bellissima e imperdibile, purtroppo restano solo
due settimane prima del termine espositivo.
Siamo accolti con gentilezza e
invitati ad assistere alla proiezione dove vengono spiegati i
rudimenti fino agli intenti che dal Dada scivolano al Surreale;
questo rappresenta un buon ripasso per gli amanti dell'arte e per i
neofiti apre uno scenario finora sconosciuto.
Con piacere rivedo alcuni pezzi che
avevo già potuto ammirare in Roma molti anni fa nella retrospettiva
di Salvator Dalì.
Il mondo dell'immaginario è al
nostro cospetto e veniamo fagocitati dentro le pennellate e dentro il
vuoto creato affinché nessuna ombra appaia se non quella della
suggestione e dell'illusione.
Fra i pittori appartenenti a questa
tendenza culturale troviamo anche uomini che non avevano scelto di
di dipingere nella loro vita ma poi sono stati rapiti dalle tele di
De Chirico come ad esempio è capitato a Magritte che era un grafico
per carte da parati. Ma dopo aver subito l'influenza del cubismo e
del futurismo diede una svolta surrealista alla sua carriera quando
si imbatté nel “Canto d'amore” opera che celebra la fuga dagli
schemi e cattura nella tela la nuova visione libera dai canoni
estetici che rappresentavano il fondamento divenuto regola fino
allora.
Il taglio netto che vide nel dipinto
di De Chirico lo portò a sperimentare una realtà nuova che di reale
non aveva nulla perché disegnava un pensiero di pura visione
onirica. Aveva dunque creato una nuova realtà.
Mi piace pensare a questi uomini
come esseri che si sono sentiti vivi e contenti di vivere solo quando
nelle loro vene scorrevano i colori a olio colati e avanzati sui loro
polpastrelli che s'incuneavano nei loro esseri fino a raggiungere le
loro anime.
I colori giocano irriverenti come
ovviamente la non logica deve essere rappresentata.
Qui c'è la fantasia che nasce dal
sogno e fluisce nell'irrazionale che spazia nei meandri inesplorati
dalla mente. Quindi è la visione dell'invisibile e dell'impossibile
e in Magritte ne abbiamo la conferma.
Un caloroso grazie va al lavoro
svolto dalla Fondazione Ferrero che ha permesso la gratuità della
mostra affinché tutti possano goderne e al curatore Prof. Marco
Vallora per l'impegno profuso.
10 Febbraio 2019
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