mercoledì 15 dicembre 2021

Una Reginella da Gambardella

 Una Reginella da Gambardella



Se Parigi, val bene una Messa, Napoli ne vale almeno due, se non tre, di Messe!

Napoli, città di meraviglie nascoste, è sempre nel nostro cuore.

Quest'anno un gradito regalo mi è giunto: era un soggiorno nella città partenopea. Due erano le mete previste: il centro storico e il Museo Ferroviario di Pietrarsa.

Il giro a piedi nella parte più tipica, gustando qualche caffè e qualche sfogliatella, fino a giungere nei pressi di via San Gregorio Armeno, visto il tema che ruota intorno all'8 Dicembre: il Presepe.

Scegliere un giorno in cui ci sia poca gente, e si possa girare con calma, in questi giorni è praticamente impossibile. Tutti vogliono andarci, anche perché è consuetudine aggiungere ogni anno qualche personaggio, qualche casetta, qualche pastore e un po' di pecorelle al nostro presepe.

Ed eccoci. Salendo via dei Tribunali, s'incontra la città, quella vissuta con quotidianità e quella dei turisti che si accalcano immortalando nei loro scatti le bellezze e le singolarità che solo questa città sa dare.

Mio marito, per passione, da anni realizza presepi ideando di volta in volta ambienti diversi in cui alloggiarli. Quindi per arricchire con statuine autentiche si è rivolto all'azienda Gambardella che spedisce online tutto quanto necessario a costruire quell'immagine autentica che i presepi più belli sanno trasmettere: la magia della nascita di Gesù Bambino e la gioia che li circonda come un'aurora!

Ho avuto il piacere conoscere un po' della storia di questa famiglia dal Sig. Vincenzo, che rappresenta  la quarta generazione. Tutti, partendo dai bisnonni si sono dedicati alla vendita, e lui ha dato vita all'invio, ormai in tutto il mondo, dei pezzi indispensabili per realizzare presepi.

Qui si trova di tutto, ma proprio tutto. Dai piccolissimi personaggi che mio marito ha inserito in un guscio di noce, ed è una meraviglia per gli occhi; alle teste, mani e  piedi di terracotta, realizzate utilizzando le stesse tecniche dei Maestri del '700 Napoletano, manufatti orgogliosamente solo italiani, da rivestire con abiti lussuosi come si vede dalla foto.


In mezzo a tutto quel ben di Dio mi sono sentita come una Reginella, non per via del mio secondo cognome, ma per dovizia nel riconoscere quante attenzioni a me riservate.







L'articolo non l'ho scritto per fare loro pubblicità, perché non è necessaria, ma solo perché mi hanno illustrato il loro mondo, che non vive solo nel periodo natalizio, ma dura tutto l'anno! E questo la dice lunga sul loro sapere, sull'aprirsi a nuovi orizzonti, a nuovi mercati spalancando la bottega come un sorriso che scaturisce quando guardi il mare e il sole che si rispecchia amabilmente!



Napoli, 5 Dicembre 2021

Germana Blandin Savoia

Dietista, autrice, blogger (https://firsttime58.blogspot.com)

Eccellenze di montagna

 


Eccellenze di montagna


Lassù dove le vette s'imbiancano di neve con l'arrivare dei primi freddi, ci sono le mie radici.

Solide, affondano saldamente nel terreno e mi donano la forza per affrontare la vita.

Anche gli altri abitanti della montagna sono così, come me. E oggi vorrei parlarvi di Giovanni.

Lui è imponente, come le meraviglie che sa creare. Lavora nel suo panificio aperto nel 1975 a Rubiana (TO), per intenderci: sulla strada che porta al Colle del Lys.

Giovanni ha l'arte del fare, sotto i suoi polpastrelli. Sembra inverosimile, ma quando ancora non c'erano le impastatrici elettriche, la notte quando panificava, e tirava a mano la pasta per i grissini sulla spianata, ricordo che lievi tracce dei suoi polpastrelli erano impressi sui grissini. Che dire poi delle “micche di cusioria”*! Il profumo dei lievitati arrivava fino in strada, passava e passa ancora oggi, dalla fragranza del pane appena sfornato, al dolce nei tempi di festa.

Pensando ai tempi andati, mi sovviene quando ancora piccola, spezzavo i grissini nella scodella del caffelatte, così friabili, con un gusto ineguagliabile, che una volta ammollati, sembravano brioches dentro il cucchiaio.

Ma ora è quasi Natale, la sua maestria arriva ai panettoni, dove accontenta proprio tutti: dal classico Milano, ai mandorlati farciti (albicocca, frutti di bosco, pere e cioccolato). Ma la cosa che non sa Giovanni, è che da tempo inviamo i suoi panettoni in Sicilia, così l'unità d'Italia è fatta, mangiando al Sud l'eccellenze del Nord.

A dire il vero anche i grissini hanno viaggiato con noi fino ad arrivare in Sicilia ad un nostro zio che era innamorato “dei grisin”.





Giovanni fa di nome come il mio babbo, e in primavera eravamo soliti fermarci davanti al suo negozio perchè il babbo scambiava con lui le piantine di pomodoro (le famose tumatiche di Giuvanin, il mio papi).

Che dire se il fornaio pasticciere è anche un amante dell'orto, allora...é super meritevole della nostra fiducia e del nostro plauso.

Stamattina passando da lui per ritirare il solito ordine dei nostri panettoni, gli ho detto che mi era venuto in mente di scrivere un articolo su di lui. E' rimasto sorpreso e stupito, e anche un po' contento tant'è vero che mi ha assicurato d'inviarmi le sue foto sul procedimento dall'impasto, con le dosi degli ingredienti, fino alla cottura in forno.

L'articolo non l'ho scritto per fargli pubblicità, perché non ne ha bisogno, semplicemente perché:

Lon che a lè bun è mej cuntelo a tuti!”.

Traduzione

Quello che è buono è meglio dirlo a tutti!”.

Ai lettori un ciao e Buon Natale, con l'augurio sincero che ci sia più gioia per ognuno di Voi!



14 Dicembre 2021

Germana Blandin Savoia

Dietista, autrice, blogger (https://firsttime58.blogspot.com)


*micche di cusioria (nome piemontese di un tipico pane)


venerdì 29 ottobre 2021

IL MIO REPORT SU TUTTOFOOD 2021

 IL MIO REPORT SU TUTTOFOOD 2021

L'attesa è stata veramente lunga, dopo l'ultima rassegna del 2019, tutto è cambiato e l'adeguarsi agli eventi non è stato semplice. 

Ma ora...a tutto gas verso la rassegna TUTTO FOOD 2021!

E' stato per me un momento unico, trepidavo e anelavo all'idea di esserci, di visitare, di guardare, cercare le chicche e renderle note. Mi sentivo quasi nuovamente una scolaretta che per la prima volta partecipa ad un convegno: “Together now, together again!”.

 

E Milano ancora una volta ha fatto centro. 

Grande organizzazione. Grande impegno di tutti, del resto come recita il proverbio: “ Milano è grand Milan”.

 

Sono felicissima, ancora adesso mentre scrivo, per l'emozione provata nel vedere la partecipazione, non ho ancora controllato i dati dell'affluenza perché la rassegna sta chiudendo i battenti, ma sono sicura siano altissimi. 

Come altissima, è stata la richiesta del nuovo, dell'adeguarsi a nuovi ritmi di vita e nessuno, è andato via senza portare con sé l'entusiasmo che il cibo trasmette.

Questa volta non ho voluto seguire e conoscere in anteprima i marchi aziendali portati in rassegna, perché la sorpresa è anche uscire dai canoni dei programmi, per avere visioni diverse, saggiare seguendo il ritmo dell'istinto mi ha condotta a conoscere delle vere e proprie eccellenze.

Verso le 11,00 avevo un gran desiderio di caffè e quindi mi sono fiondata negli stand preposti. 

 "BIANCHI"

Qui, sono stata attratta da un bellissimo spazio dal tipico nome italiano ‘Bianchi’, peccato che i due ragazzi mi rispondono: “Here speak English only”.    

Io: “ It’s not a problem, I speak English. Well, is it possible to have a coffee, please? And do you have sugar?”                                      Loro: “Yes madam, white or brown”.          Io:” Brown, thanks”.  Poi chiedo: “ Where do you come from?”                                       Loro: “Bulgaria”.                                        “My very compliments, the coffee is very good”.

E dopo un buon caffè, inizio il mio tour.

Vedo un enorme pane di Altamura, faccio due chiacchiere con il fornaio 



e proseguo alla ricerca di una materia prima: il riso.

 "RISERIA CERIOTTI" 

Ed ecco che allo Stand E42  la Riseria Ceriotti di Novara, mi presenta l'arte del riso. 

“E' un'Azienda arrivata alla quarta generazione” mi dice orgoglioso, l'ultimo rampollo della Casata fondata dal bisnonno nel 1934, dove ricerca, innovazione, scelta ed esperienza fanno il distinguo. Studi per raggiungere sempre gli obiettivi del prodotto migliore. 

E se hanno resistito ben 87 anni, vuol dire che hanno tutte le carte in regola per continuare ad essere sul mercato perché sanno offrire il meglio ai loro clienti. Chapeau!

L'azienda si può visitare, il territorio a cui appartiene è quell'angolo del Piemonte che da sempre si è dedicato alla coltivazione del riso, dove la sua storia era cantata dallo scandire del lavoro delle Mondine, preziose e utili donne in un tempo in cui, i macchinari di oggi erano inimmaginabili. Ma la base del loro successo è sempre e solo, nel segreto della qualità.

 


 

 "BRUSA"

 Ora si salta il secondo e vi porto direttamente verso i dolci, verso la fragranza che suscita il   desiderio di addentare quelle forme ahimè solo rappresentate in gigantografia sul muro di Brusa.

Simbolo della tradizione e qualità piemontese dalla panificazione dei grissini lunghi, o dei grissini corti, fino ai famosi Rubatà per poi passare alle paste secche come i baci di dama, lingue di gatto, torcetti, krumiri, le paste di meliga del sapore dei vecchi forni, e per finire i famosi Canestrej di Biella.  


Ma Brusa non è solo questo, arriva a Natale con i suoi Panettoni, espressione della sublime arte dolciaria e a Pasqua, le sue colombe volano sulle nostre tavole per ricordarci che la fine pasticceria, aiuta a stare bene insieme, e insieme è bello fare festa!


"FIORAVANTI ONESTI"

Naturalmente i dolci vanno accompagnati dal buon vino, quindi tappa da Fioravanti Onesti di Treviso che dal 1808 è un ambasciatore del territorio italiano nel mondo. 

La Tenuta Fioravanti possiede un terreno ricco di una vena di Caranto, un'argilla compatta che conferisce poi ai vini quel quid in più che li caratterizza. Un'accurata selezione delle uve, produce il risultato migliore che riecheggia nei calici offerti. 

Il nettare degli dei? Eccolo, basta sorseggiarlo e si comprende perché è chiamato così. Qui si sono succedute sette generazioni, e ogni generazione ha saputo coltivare con meticoloso lavoro, passione e cura, l'attenzione volta ad ottenere quello che viene chiamato l'eccellenza del prodotto. 

I vini con sentori diversi, raggiungono il palato ispirando inebrianti pensieri.

 





"ROTARI"

 E per finire una sosta a casa Rotari dove dentro ogni bottiglia c'è da scoprire una storia di aromi e profumi che partono dalle Dolomiti e riempiono i calici spumeggiando. 

 Dalle montagne, dal loro clima, dagli antichi terreni coltivati con la perizia di un padre di famiglia, si ottengono uve Chardonnay e Pinot nero raccolte da sapienti mani che riescono poi a creare quella magia che vediamo sprigionarsi dalle bollicine che salgono in superficie nei nostri bicchieri. Aromi tipici di un vino lentamente maturato, arrivano portando con sé note di lampone e ciliegia che riuniscono l'essenza del meglio della produzione. 

Qui, ho assaggiato il Rotari Alperegis Pas Dosè, dove ho dato prova della mia conoscenza in campo della vinificazione relativa alla differenza dello spumante ottenuto con il metodo classico, rispetto a questo metodo produttivo che conferisce un perlage delicato e molto fine.   






Tuttofood è enorme da visitare, ma è la ricerca delle meraviglie nascoste che rende la visita lieta e irripetibile ogni anno!

 

Torino, 26 Ottobre 2021