venerdì 29 ottobre 2021

IL MIO REPORT SU TUTTOFOOD 2021

 IL MIO REPORT SU TUTTOFOOD 2021

L'attesa è stata veramente lunga, dopo l'ultima rassegna del 2019, tutto è cambiato e l'adeguarsi agli eventi non è stato semplice. 

Ma ora...a tutto gas verso la rassegna TUTTO FOOD 2021!

E' stato per me un momento unico, trepidavo e anelavo all'idea di esserci, di visitare, di guardare, cercare le chicche e renderle note. Mi sentivo quasi nuovamente una scolaretta che per la prima volta partecipa ad un convegno: “Together now, together again!”.

 

E Milano ancora una volta ha fatto centro. 

Grande organizzazione. Grande impegno di tutti, del resto come recita il proverbio: “ Milano è grand Milan”.

 

Sono felicissima, ancora adesso mentre scrivo, per l'emozione provata nel vedere la partecipazione, non ho ancora controllato i dati dell'affluenza perché la rassegna sta chiudendo i battenti, ma sono sicura siano altissimi. 

Come altissima, è stata la richiesta del nuovo, dell'adeguarsi a nuovi ritmi di vita e nessuno, è andato via senza portare con sé l'entusiasmo che il cibo trasmette.

Questa volta non ho voluto seguire e conoscere in anteprima i marchi aziendali portati in rassegna, perché la sorpresa è anche uscire dai canoni dei programmi, per avere visioni diverse, saggiare seguendo il ritmo dell'istinto mi ha condotta a conoscere delle vere e proprie eccellenze.

Verso le 11,00 avevo un gran desiderio di caffè e quindi mi sono fiondata negli stand preposti. 

 "BIANCHI"

Qui, sono stata attratta da un bellissimo spazio dal tipico nome italiano ‘Bianchi’, peccato che i due ragazzi mi rispondono: “Here speak English only”.    

Io: “ It’s not a problem, I speak English. Well, is it possible to have a coffee, please? And do you have sugar?”                                      Loro: “Yes madam, white or brown”.          Io:” Brown, thanks”.  Poi chiedo: “ Where do you come from?”                                       Loro: “Bulgaria”.                                        “My very compliments, the coffee is very good”.

E dopo un buon caffè, inizio il mio tour.

Vedo un enorme pane di Altamura, faccio due chiacchiere con il fornaio 



e proseguo alla ricerca di una materia prima: il riso.

 "RISERIA CERIOTTI" 

Ed ecco che allo Stand E42  la Riseria Ceriotti di Novara, mi presenta l'arte del riso. 

“E' un'Azienda arrivata alla quarta generazione” mi dice orgoglioso, l'ultimo rampollo della Casata fondata dal bisnonno nel 1934, dove ricerca, innovazione, scelta ed esperienza fanno il distinguo. Studi per raggiungere sempre gli obiettivi del prodotto migliore. 

E se hanno resistito ben 87 anni, vuol dire che hanno tutte le carte in regola per continuare ad essere sul mercato perché sanno offrire il meglio ai loro clienti. Chapeau!

L'azienda si può visitare, il territorio a cui appartiene è quell'angolo del Piemonte che da sempre si è dedicato alla coltivazione del riso, dove la sua storia era cantata dallo scandire del lavoro delle Mondine, preziose e utili donne in un tempo in cui, i macchinari di oggi erano inimmaginabili. Ma la base del loro successo è sempre e solo, nel segreto della qualità.

 


 

 "BRUSA"

 Ora si salta il secondo e vi porto direttamente verso i dolci, verso la fragranza che suscita il   desiderio di addentare quelle forme ahimè solo rappresentate in gigantografia sul muro di Brusa.

Simbolo della tradizione e qualità piemontese dalla panificazione dei grissini lunghi, o dei grissini corti, fino ai famosi Rubatà per poi passare alle paste secche come i baci di dama, lingue di gatto, torcetti, krumiri, le paste di meliga del sapore dei vecchi forni, e per finire i famosi Canestrej di Biella.  


Ma Brusa non è solo questo, arriva a Natale con i suoi Panettoni, espressione della sublime arte dolciaria e a Pasqua, le sue colombe volano sulle nostre tavole per ricordarci che la fine pasticceria, aiuta a stare bene insieme, e insieme è bello fare festa!


"FIORAVANTI ONESTI"

Naturalmente i dolci vanno accompagnati dal buon vino, quindi tappa da Fioravanti Onesti di Treviso che dal 1808 è un ambasciatore del territorio italiano nel mondo. 

La Tenuta Fioravanti possiede un terreno ricco di una vena di Caranto, un'argilla compatta che conferisce poi ai vini quel quid in più che li caratterizza. Un'accurata selezione delle uve, produce il risultato migliore che riecheggia nei calici offerti. 

Il nettare degli dei? Eccolo, basta sorseggiarlo e si comprende perché è chiamato così. Qui si sono succedute sette generazioni, e ogni generazione ha saputo coltivare con meticoloso lavoro, passione e cura, l'attenzione volta ad ottenere quello che viene chiamato l'eccellenza del prodotto. 

I vini con sentori diversi, raggiungono il palato ispirando inebrianti pensieri.

 





"ROTARI"

 E per finire una sosta a casa Rotari dove dentro ogni bottiglia c'è da scoprire una storia di aromi e profumi che partono dalle Dolomiti e riempiono i calici spumeggiando. 

 Dalle montagne, dal loro clima, dagli antichi terreni coltivati con la perizia di un padre di famiglia, si ottengono uve Chardonnay e Pinot nero raccolte da sapienti mani che riescono poi a creare quella magia che vediamo sprigionarsi dalle bollicine che salgono in superficie nei nostri bicchieri. Aromi tipici di un vino lentamente maturato, arrivano portando con sé note di lampone e ciliegia che riuniscono l'essenza del meglio della produzione. 

Qui, ho assaggiato il Rotari Alperegis Pas Dosè, dove ho dato prova della mia conoscenza in campo della vinificazione relativa alla differenza dello spumante ottenuto con il metodo classico, rispetto a questo metodo produttivo che conferisce un perlage delicato e molto fine.   






Tuttofood è enorme da visitare, ma è la ricerca delle meraviglie nascoste che rende la visita lieta e irripetibile ogni anno!

 

Torino, 26 Ottobre 2021