domenica 26 novembre 2023

Cosa desidero vedere in un posto "nuovo"...

COSA DESIDERO VEDERE IN UN POSTO "NUOVO"...




La geografia è sempre quella, possono passare cinquant' anni ma le città avranno ancora lo stesso nome che avevano, saranno sicuramente più grandi, migliorate si spera, e conserveranno gli stessi palazzi storici e i parchi che le hanno rese famosamente verdi ecc. ecc. Siccome mi capita ultimamente di rivedere luoghi già visitati in compagnia della mia "amicasempreinviaggio", mi accorgo che la maggior parte delle cose le avevo già viste, quindi vado a caccia di quell'inesplorato, che sicuramente c'è ancora, per me.


Se la volta precedente mi ero fermata solo un'ora, dedicandola esclusivamente alla cattedrale della città, ora volgo il mio sguardo al parco che la circonda, alle suggestive statue che ne fanno parte e che con la loro bellezza ti inducono a fotografarle, per averle poi, sempre con te. E' quello che mi è capitato ritornando a Trondheim. L'autore, l'artista, non deve essere per forza famoso per creare tali bellezze. Capita spesso che non hai neanche mai sentito parlare dello scultore in questione o della scuola d'arte a cui è appartenuto. Gli scultori del passato ci danno l'immagine degli uomini del loro tempo, basti pensare alle statue greche o romane, dove vediamo, ad esempio, come portavano i capelli. In epoche remote dove la fotografia non esisteva, ecco che con martello e scalpello forgiavano i loro simili rendendoli immortali nel tempo. Qui la cattedrale gotica ne è un vivo esempio.

Questa volta non mi sono preparata, anche perché come ho detto nella prima parte, è stato un viaggio a sorpresa, ma al ritorno mi sono messa sotto a studiare. Ebbene, è servito! Perché ad esempio ho fatto una singolare scoperta. Le intemperie si sa, deturpano le facciate delle chiese con i loro simulacri, quindi vanno soggette a restauri e rimaneggiamenti. Ragione per cui l'angelo che suona la tromba sul campanile di sinistra, adesso ha il viso con le sembianze di Bob Dylan, perché il restauratore era ed è un suo devoto fans!

Accanto alla chiesa vi è un cimitero in disuso, ormai incluso in questo parco dagli alberi secolari e lussureggianti. 

Ma Trondeim non è solo famosa per questa stupenda cattedrale, è una città ricca di quartieri singolari, dove le antiche case di legno si lasciano ammirare mentre si rispecchiano nel fiume che la percorre a serpentina.


Scesa dalla nave è stato piacevole non seguire come pecore il gruppo che aveva già preso forma di un serpentone che si snodava davanti a noi. Noi due siamo diverse, per questo ci distinguiamo con ricordi unici e ineguagliabili. Da buone italiane, una tappa va fatta subito in un caffè, ma non trovo una grande insegna, bensì in un posto leggermente defilato ecco che sono attirata da una vetrina ad angolo che sembra più una brocanterie che un bar. 

Qui scateno lo scatto. 



Ecco mi porto quasi tutto il negozio a casa, dove praticamente c'è tutto. C'è il mondo appartenuto a qualcuno che forse non c'è più. Direi che oltre all'oggettistica d'arredamento, ai componenti di servizi di piatti, bicchieri e tutto quanto non si usa più, qui con scatole, giochi, orologi, accessori per abiti, collane, orecchini, quadri, cappelli, direi che mancavano solo mutande e calze, perché persino le scarpe erano in vendita, sia per uomo che per donne! Innumerevoli scaffali custodiscono vite intere, dalla cucina al soggiorno alla camera da letto. 
Chissà quante storie hanno visto, potessero parlare...

E' quanto penso ogni volta vedo gli oggetti del vivere comune, che vengono alla luce e sottoposti al giudizio degli acquirenti, che il più delle volte danno una nuova possibilità di utilizzo ad oggetti inanimati che se non usati servono solo a prendere la polvere del passare del tempo.

Bistrot, caffè, negozi, botteghe, vie pedonali, ne fanno una città a misura d'uomo. O forse appare così a noi che la vediamo per poche ore e poi torniamo alla nostra vita di sempre. Qui dobbiamo ricordarci che nei mesi a venire arriva la notte che dura anche durante il giorno. 


Come a Tromso dove per sei settimane c'è buio totale. Parlarne è facile, ma adattarsi a vivere in un posto simile credo sia alquanto difficile per noi che dopo tre giorni di pioggia siamo già insofferenti e preghiamo che il sole ritorni in modo prepotente a rinfrancarci l'animo.

Ecco anche a Tromso mi sono imbattuta in luoghi inesplorati. 


Alesund da non dimenticare, 





città suggestiva tagliata da due fiordi. Bellissime passeggiate lungo il porto fino ad arrivare al centro. Pescherecci ancorati al molo che oscillano al vento che si è rinforzato al nostro arrivo creando mutevoli riflessi in questo mare calmo dell'insenatura.  


Il viaggio non è solo vedere paesaggi e panorami suggestivi, è anche e soprattutto fatto d'incontri. Si sa, incontrare gente è normale, ma essere faccia a faccia con un lupo o con un orso, fa la differenza.

Questi incontri mi hanno riempito di gioia. La bellezza che sprigionano questi animali non ha confine. 

L'incontro con le volpi artiche e la possibilità di poterle accarezzare come fosse il tuo gatto, sono state un'esperienza formidabile. 

Che dire poi di Volverine? 


Per non parlare delle linci e delle aquile.





Alci, renne, buoi muschiati, bambi hanno fatto il resto. Tutto al Polar Park.

E' stata un'avventura meravigliosa!

Alla prossima!

27 Novembre 2023










martedì 21 novembre 2023

ELOGIO ALLA NUTELLA

 FIRST TIME di Germana Blandin Savoia

Dietista autrice blogger



ELOGIO ALLA NUTELLA

“Altri oli di semi abbastanza diffusi sono l’olio di cotone, l’olio di soia, l’olio di palma, l’olio di cocco. Questi, che per le loro caratteristiche organolettiche non potrebbero venire impiegati, vengono resi utilizzabili attraverso il processo di idrogenazione; così opportunatamente induriti, trovano impiego in molte industrie alimentari: fabbricazione di marmellate, biscotti, cioccolato, ecc.”. “Nella maggior parte dei casi, vengono posti in commercio oli di semi diversi miscelati tra loro; quelli più usati sono: l’olio di sesamo, di colza, di arachide”.
Capoversi del mio libro di Scienza dell’Alimentazione: “Aspetti della nutrizione”.
Se parliamo invece dell’olio di oliva, notiamo che è una miscela di grassi neutri (trigliceridi). In gran parte liquidi ed in piccola parte solidi, più una modesta quota insaponificabile. Ma analizzando la composizione vediamo che fra gli acidi grassi saturi troviamo: miristico al 0,8%, stearico al 1,5%, palmitico al 12,4%; fra gli acidi grassi insaturi rileviamo: oleico, linoleico, e linolenico.
Se controlliamo il burro e analizziamo la composizione media percentuale dei gliceridi contenuti vediamo che fra gli acidi grassi saturi il palmitico è presente per il 17,83%.
Già, non ce l’ha mai detto nessuno che anche nell’olio di oliva e nel burro c’è acido palmitico! Allora anche l’olio di oliva e il burro sono cancerogeni?
E che dire degli antiossidanti? Sono permessi come antiossidanti, i derivati dell’acido ascorbico, soprattutto il palmitato di ascorbile e i derivati dei fenoli.
Da considerare dal punto di vista chimico della struttura di un olio o di un grasso, l’importanza se il doppio legame è in una certa posizione o in un’altra; ossia se l’olio o il grasso è nella forma cis o nella forma trans. Questo è molto importante perché avere dei doppi legami cis o trans porta delle conseguenze fisiche e quindi funzionali. Quando poi andiamo a vedere la digestione dei grassi, vediamo che la lipasi pancreatica è un enzima specifico che stacca gli acidi grassi in posizione 1 e 3, lasciando un certo numero di monogliceridi con, in posizione 2, un acido grasso insaturo. Questi monogliceridi alla temperatura del corpo umano sono liquidi, quindi risulta più semplice la digestione dei lipidi.
Non vi ho raccontato tutto questo per darvi prova che la chimica l’ho studiata bene. Volevo solo presentare il confronto fra i dati di composizione di alcuni grassi, con altri. E se il confronto l’ho voluto fare proprio sull’olio di palma messo all’indice da molte fonti, ritengo sia giusto prima di gridare: “Al lupo, al lupo!”, informarsi bene sul contenuto chimico e fisico degli alimenti da mettere in croce.
Faremmo meglio ad aver paura della carne e del pesce che mangiamo, per l’alto numero di prodotti tossici contenuti, quindi certamente cancerogeni, che pensare che l’olio di palma possa distruggere il nostro organismo.
Da quando è stata inventata la Nutella, io la mangio.
Non sono né una dipendente che deve sponsorizzare il prodotto, né sono stata pagata.
E’ solo per amore della verità che dico: “Lasciatecela mangiare in santa pace!”.
Da quando era venduta dalla mia panettiera Giovanna nella confezione da 15 grammi, a quando poi era nei bicchieri di vetro che cambiavano ad ogni stagione e cercavo di collezionarli tutti, a quando il vaso da 750 grammi è stato prodotto, io mangio la Nutella e me ne vanto.
Non è della Nutella che dovete aver paura, ma di altro: quando si scrive senza sapere molto di chimica, di scienza dell’alimentazione e si vuole solo far vendere la testata a cui si appartiene.
Sicuramente, i dati comparati dell’acido palmitico, trovato praticamente in ogni dove, dovrebbe far riflettere.
Ricordate che non è casa, se in casa non c’è la Nutella: per i tuoi figli, per te, per il tuo amore, per i tuoi amici.
L’articolo l’ho intitolato “Elogio” perché l’azienda è stata duramente attaccata senza motivo. Non è stata una cosa giusta affossare uno dei migliori prodotti italiani.
E nel mondo lo sanno che la Ferrero, è il meglio che c’è!

Alla prossima!


Del 02/02/2017 - Ripubblicato il 21/11/2023

sabato 18 novembre 2023

A TUTTO HAYEZ!

 A tutto Hayez!




Gran bella mostra, quella di Hayez allestita alla GAM di Torino.

Molto curata nei dettagli, segue il percorso della sua lunghissima vita.

Certo è, che lui è celebrato per il suo famoso “bacio”, qui non c'è, purtroppo.

Golosissima dei suoi dipinti, sono rimasta a bocca asciutta, sinceramente mi è mancato non rivederlo.



Chi è meno goloso delle sue tele, se ne è fatto una ragione! Ma a parte gli scherzi, la mostra nella sua interezza cattura lo sguardo anche del più negligente dei visitatori, si fa per dire. Come non commuoversi davanti a tanta bellezza. Dove tutto a volte sembra sussurrato, invece il dolore è inciso nella carne come fosse uno scalpello che ha graffiato in profondità il marmo grezzo.

Uomo dal talento incommensurabile, ha ricevuto molti riconoscimenti anzitempo, rispetto ai tanti altri pittori che hanno fatto la fame e sono stati sbeffeggiati nel corso della loro vita, perché poco o niente considerati sia dal punto di vista dell'arte pittorica, sia dalla loro vita per forza sregolata per poter vivere quasi decentemente.




Questo Maestro celebra la ragione dell'amore, un sentimento sublime. Quasi tutti i grandi hanno posto in essere questa regione di vita. Pennellate che sembrano date ieri, tanto sono ancora vivide, e con esse i colori sono esaltati sia da una luce piena che mormorati dalla penombra necessaria per condurci per mano dentro al dipinto stesso. Senti che le tele parlano. Raccontano di quel vissuto lontano a noi ma per lui permeato dalla quotidianità.

Romantico? Si a volte, (dipendeva dal soggetto che dipingeva).





La didascalia recita:" Per evitare che la bambina si stancasse con lunghe sedute di posa; Hayez utilizzò alcune fotografie di Antonietta accanto alla madre".

La bellezza di questo dipinto è che la bimba conserva nel volto il disagio che prova davanti all'obiettivo. E' stata un intuizione geniale l'averla riportata sulla tela dando così origine ad un'immagine realistica e inedita per quell'epoca.






Politico? Si quando occorreva. 

Alcune opere riprendono scene di avvenimenti storici e sono talmente reali che sembra di esserci anche noi in mezzo a quelle folle, o dietro il pittore a contemplare il quadro che sta nascendo.

Era instancabile, dipingeva dall'alba al tramonto, ha prodotto circa 120 opere.

La rassegna è sicuramente notevole, però avrei voluto vedere ad esempio quei suoi quadri che raramente lasciano la loro collocazione per far parte delle mostre, come avvenuto con la retrospettiva di Milano nel 2015/2016 presso le Gallerie d'Italia in Piazza della Scala. La loro mancanza è però stata ampiamente compensata dalle numerose proprietà private, che hanno lasciato che tutti noi, ammirassimo quei dipinti custoditi nelle loro dimore.

Grazie quindi ai curatori e ai sostenitori privati che hanno reso direi imperdibile questa mostra del nostro italiano Hayez Francesco.

Alla prossima!

Torino, 17 Novembre 2023


idealmente la retrospettiva dedicata a Francesco 

lunedì 30 ottobre 2023

Salmone, salmone e poi ancora salmone.

Salmone, salmone e poi ancora salmone.


Era mia intenzione mangiarlo, ma non così in grande quantità. Omega 3 a me! Qui scorpacciate di prima mattina, con di tutto e di più. Ogni hotel offriva il meglio. Una distesa di prelibatezze che venivano portate direttamente dagli chef sui banconi del buffet. Grandi cappelli bianchi si facevano largo in mezzo ai curiosi affamati. Il menù sempre variegato con le declinazioni del Nord. Già ma dove sono stata questa volta? Nel titolo, il resoconto del viaggio, lì trovate la risposta. Con la mia amica “sempreinviaggio” ci siamo recate in Norvegia.
La "Meta" era vedere l’aurora boreale.
Partenza 12 settembre rientro 3 ottobre corrente anno.
Non ero convinta di voler stare via così a lungo, ero titubante per via del mio amante, lui non lo dice, ma patisce senza me.
Comunque sia, sono partita. Una breve tappa in Dublino per la ricongiunzione dei voli, poi dritto fino a Bergen.

Famosa città per il repentino cambio climatico nell’arco di una sola giornata.

In Norvegia ci ero già stata ma sempre nel mese di agosto. In questo periodo invece la natura offre un diverso scenario. Ho scoperto che i magnifici fiori fucsia che avevo a lungo fotografato nei miei due soggiorni precedenti, appaiono ora coperti di barbule bianche che rilasciano al vento la loro peluria intrisa di semi.
Di Bergen questa volta ho visto solo l’hotel, ha provveduto alla visita la mia amica che purtroppo è rimasta molto delusa dal famoso mercato del pesce. 

Mercato che gode di fama internazionale per l’abbondanza del pescato e per i banchi che offrono ghiotte specialità da gustare.



Invece, per cause a noi sconosciute, i banchi del mercato erano ridotti ai minimi termini e l’offerta visiva era scarsissima. Peccato, un vero peccato! 

Da come ce lo ricordavamo, non c’è paragone. Eravamo andate facendoci strada fra la calca dei turisti a caccia dell’assaggio. Era un pullulare di gente e di pesci; questi ultimi guizzavano ancora sopra il ghiaccio e non volevano saltare in padella o come i deliziosi gamberetti dentro i panini imburrati.


Nei nostri quotidiani menù rientrava anche la zuppa di pesce, che  abbiamo ripetutamente mangiato, perché solo qui puoi trovare  grandi tronchi di merluzzo, salmone e gamberetti che ondeggiano ad ogni rimescolata di cucchiaio. Un delirio per il palato!



Niente cipolla, niente aglio, finalmente solo pesce, una valanga di pesce. E che dire delle aringhe marinate con l’aneto? Per non parlare poi delle aringhe affumicate, croccanti ma non dure, con il loro tipico sapore di fumo che però non sovrasta il buono dell’aringa, si assapora quindi nella sua interezza, immergendosi con la mente nei freddi suoi mari dove il blu cobalto regna sovrano.


«Chi va lontan da la sua patria, vede / cose, da quel che già credea, lontane;
/ che narrandole poi, non se gli crede» Orlando Furioso, Ludovico Ariosto»

Come non ricordare il buon Ludovico, era solo il medioevo ma aveva già colto il senso del viaggio e del viaggiatore.
Il viaggio è un percorso da un paese ad un altro, o da una nazione ad un’altra. Il viaggiatore è colui che torna al luogo natio e racconta. Narra dei luoghi ameni incontrati, narra della gente che ha conosciuto e magari ha fatto un pezzo di strada insieme. È colui che ci riporta i fatti avvenuti o quelli mancati, ma soprattutto è colui che ci fa vedere attraverso le sue parole ciò che i suoi occhi hanno ammirato. 

Già, però non si vede il mondo solo con gli occhi, si devono aggiungere anche le sensazioni. Subentra ad esempio l’acquolina in bocca, come quella che provi nel guardare una vetrina piena di ciambelle alla cannella e il cioccolato come piovesse. Oppure si sentono i brividi che  ho provato quando ho toccato con le dita il mare di Sommaroy in una dolce e assolata mattina d’autunno. 



E che dire degli odori?

Il muschio, i fiori, i funghi bagnati ancora di rugiada brillano appena un raggio di sole l’illumina e spargono nell’aria il loro gradevole e appena percettibile profumo che emanano. 


I fiori bellissimi ad ogni angolo di strada per impreziosirla, raccolti nella galleria delle foto,


come pure  gli animali incontrati per caso e quelli ammirati al Polar Park. Ecco all’incirca questo è il viaggiatore. Voglio emularlo da sempre. Sono anch’io una viaggiatrice, forse leggermente incasinata con la lingua straniera e con le "app" che non si aprono quando mi servono e non mi permettono di visionare il tragitto del bus. Ed è quello che mi capita subito il secondo giorno quando devo mettermi in fila per fare il biglietto. La mia amica nel frattempo è andata a recuperare le valigie al deposito e io da brava ragazza l’aspetto. Le file sono due una è per imbarcarsi sull’ Hurtjgruten e per l’altra non c’è scritto. Dunque raggiungo la mia amica e le chiedo quale sia la fila da fare perché non leggo  “bus” da nessuna parte.

E dunque che si fa?
Scopro che ha fatto il biglietto per una tre giorni di viaggio sul famoso postale norvegese e non me l’ha detto per farmi una sorpresa, direi ottima sorpresa. 


È un sogno che nutro dalla prima volta che sono stata nei paesi scandinavi. La fila è lunga e iniziamo a conversare con un’amabile signora che poi ci farà poi compagnia per tutti i giorni di navigazione.



Ritorniamo per un attimo al salmone fresco. Amo gustarlo in compagnia della marmellata di lamponi, fragole, mirtilli. È bello vedere le marmellate esposte nelle “burnie” come si conservavano una volta.

La migliore autrice di marmellate è stata mia Madrina, per me andava a raccogliere i mirtilli in alta quota, le fragole le aveva nel giardino e i lamponi erano lungo il bordo dell’orto. Erano sapori squisiti, impressi nella mia memoria gustativa, sono contenta di averli ritrovati qui, a migliaia di chilometri dalle mie montagne.
Tavole imbandite, cucina internazionale sulla nave intersecata alla tradizione dei nordici menù. Posso solo parlare del cibo perché il vino era sotto chiave con costi proibitivi e lì lo abbiamo lasciato.
Una cena di benvenuto offerta (in realtà era inclusa nel biglietto) con piatti caldi e freddi a scelta dei commensali. Bellissima la sala da pranzo sulla prua con visione a 180 gradi sull’esterno. Tutto suggestivo, come deve essere l'inizio di una fantastica avventura, e questa lo è stata veramente.

...fine prima parte, il bello viene dopo.


5 Ottobre 2023