FIRST
TIME di Germana Blandin Savoia
Dietista
autrice blogger
TUTTO
FOOD
MILANO
FIERA 8 MAGGIO 2019
Un'
ampia vetrina sull'eccellenza italiana che merita una visita.
Sicuramente
sarò un'affezionata curiosa nelle edizioni future.
Ampio
anzi enorme spazio è stato dato alla Regione Sicilia con ben 87
aziende presenti.
Dall'olio,
al pomodoro, alla marmellata di gelsi neri, a chi più ne ha più ne
metta come dice il proverbio.
Enormi
padiglioni da visitare, grande folla che ha seguito il mio esempio.
Il
pienone insomma!
Forse
questo dato dimostra che finalmente si è compreso che il buon cibo è
fondamento per una vita sana, quindi per vivere a lungo e bene
bisogna mangiare di tutto un po' e in equilibrio.
Questo
è il mio consiglio da dietista.
In
questo articolo vi racconto non dei grandi marchi italiani ma dei
piccoli imprenditori che fanno grande l'Italia.
Di
quelli che si sono affacciati sul mercato da meno anni e che comunque
sono già riusciti ad affermarsi ed espandersi come ad esempio mi
hanno raccontato i ragazzi siciliani di Cinisi in provincia di
Palermo del Birrificio Bruno Ribadi.
Una
singolare avventura nel mondo della birra che ha iniziato il loro
capostipite destreggiandosi fra i birrifici di Londra, Praga, Belgio,
per recepire i “trucchi” migliori circa le pozioni giuste
d'ingredienti per ottenere una vera birra degna del nome che porta.
Ho
avuto il piacere si assaggiarne due e devo dire che il mio palato ha
ringraziato!
Vi
invito a cercarli sul mercato perché veramente rappresentano una di
quelle eccellenze italiane di cui parlavo nel primo capoverso.
Singolare
inoltre è la storia dove un uomo ha impiantato lo stabilimento,
portato avanti il lavoro per poi sparire e ritornare a girare il
mondo. In attesa del suo ritorno questa azienda a breve avrà una
superficie di migliaia metri quadri perché la domanda del prodotto
supera attualmente l'offerta.
E
questo significa solo una cosa: che la birra è buona e il mastro
birraio che ha stabilito i fondamenti sapeva il fatto suo.
E
di questa incredibile sua avventura sarebbe bello scrivere, avrei già
in testa una storia imbastita per un futuro romanzo.
Poi
proseguendo la visita sono stata attirata presso uno stand con un
grosso finocchio come emblema.
Accolta
come solo gli italiani sanno fare, sono stata invitata ad assaggiare
un cioccolatino rivestito con glassa al finocchio con spruzzato sopra
con il profumo alimentare al finocchio!
Restando
ancora in compagnia delle simpatiche ragazze acqua e sapone, sono
stata da loro edotta circa il loro modo di lavorare, sulle posizioni
geografiche dei loro terreni utilizzati per la coltivazione del
“Signor Finocchio” che oltre il principe è diventato anche
elemento essenziale per la diversificazione del suo utilizzo.
Si
sono spinti a creare dei buoni cocktail analcolici e non, dove un
vero bar tender dopo una lunga e meticolosa preparazione offre il
meglio del succo di finocchio in compagnia di frutta e fiori.
Ma
la sorpresa più bella è che l'azienda è a costituzione famigliare
dove due fratelli e una sorella hanno creato un vero e proprio impero
del finocchio, usando la saggezza che contraddistingue chi sa come si
deve lavorare la terra, chi sa attendere perché dal lavoro duro e
costante arriveranno i risultati.
Da
loro traspare e arriva alla gente il calore di una famiglia unita
volta non solo a volersi bene (e queste vanno scomparendo), ma
questa bella famiglia è attenta al consumatore e alla consumatrice
tanto che è riuscita a produrre anche una crema che nutre la pelle,
poi il cuore e la mente perché passa dalla produzione in pasticceria
con la glassa, al profumo alimentare, alle bollicine per i bimbi, e
infine al finocchio snack!.
Un
vero plauso ai “Paolillo”.
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