FIRST TIME di Germana Blandin
Savoia
Dietista autrice blogger
Festival
del Giornalismo Alimentare Torino
Appunti
del g. 23/02/2018
Interessante sempre imparare qualcosa
di nuovo. Le mucche del Piemonte di razza Coalvi vengono monitorate
dalla tecnologia israeliana, dove un’azienda leader nei sistemi di
rilevamento a distanza dei parametri biomedici è in grado di offrire
un controllo continuo e preciso sulla salute degli animali. Si arriva
addirittura a stabilire il momento ottimale per l’inseminazione e
con questo dico tutto. Certo per chi non è del mestiere questi
risultati appaiono altisonanti ad esempio quando il sistema avvisa
l’allevatore che è giunta l’ora del parto con una chiamata sul
suo telefono. Tutti questi vantaggi contribuiscono a rendere più
serene le vacche e chi le alleva.
Nella sessione successiva si è parlato
delle etichette e consumatori: dalle buone intenzioni alla
confusione. Le etichette alimentari sono normate dal Regolamento
UE 1169/2011, quindi dovrebbero essere facilmente leggibili e in
grado di fornire gli elementi necessari alla scelta del prodotto da
acquistare. La realtà però ci pone davanti a stravaganze che non
dovrebbero esserci come ci ha spiegato la Dott.ssa Manila Bianchi
dell’Istituto Zooprofilattico di Torino. Esposizione perfetta che
ci ha aperto gli occhi sulla complessità di un’etichetta! Fra i
“con” e gli annunci dei “senza” i consumatori sono bombardati
da una serie di proclami che invece di fare chiarezza provvedono solo
a confonderli.
Poi sono state
presentate le nuove frontiere del cibo: gli insetti come alimento.
Ho assistito
all’accademia del disgusto, anzi: all’accademia del nostro
disgusto. Proporre come valida alternativa per salvare il pianeta e i
loro abitanti, inducendoli a consumare grilli e cavallette mi ha
fatto passare l’appetito. E’ inutile che mi abbiano indorato la
pillola ponendo a confronto il consumo dell’acqua per allevare
animali da carne e allevare insetti! Ognuno è libero di mangiare ciò
che vuole. Di mangiare in sano equilibrio come dice la voce dieta
ossia il nutrirsi bene, sano e giusto. O di ingrassare a dismisura e
incorrere nelle più gravi malattie come diabete e in gravi problemi
di deambulazione ecc. Ma a parte questo chi mi dice che se mangio
farine di camole o di larve contribuirò a salvare la terra, visto
che non abbiamo dati storici da consultare? Chi mi dice che
alimentarmi con ciò che non mi è consono sia indicato per il mio
organismo? Futuri studi magari indicheranno che non era la strada
giusta eppure l’abbiamo intrapresa perché era di tendenza. Ora è
appurato che l’uomo è onnivoro, poi ognuno sceglie, c’è chi
diventa vegetariano, chi diventa vegano e chi diventerà insettivoro.
Ma gli insetti staranno a guardare? Non credo. Metti che ci sarà una
rivoluzione, metti che decidano di estinguersi anzi tempo, allora di
che si ciberanno questi uomini che hanno creduto in questo strano
futuro? Meno male che la cosa non mi riguarda, ma come si dice a
Napoli: “Stat’ve accuorti!”.
L’ora del pranzo quando è gratis è
sempre un caos. Però se poi il cibo è leggermente immangiabile e
non ci sono più bevande perché non si è tenuto conto del numero
degli avventori allora mi scade proprio questo festival… del
giornalismo... non di fogli di carta stampata vivono questi
individui, perché devono dare calorie al loro cervello per forgiare
nuove parole destinate a nuovi articoli. Quindi per quanto mi
riguarda ho ingurgitato solo due pezzi di asparago di circa tre
centimetri ciascuno. Sicuramente troppo poco. Ma al di là di questo,
spero che il prossimo anno ci sia un vero ristorante che ci nutra e
ci possa indurre a scrivere dei pezzi più appetibili per ognuno dei
nostri lettori. Oltre questo obiettivo solo per il puro dire del
vero, ritengo sia stato interessante partecipare ai successivi
incontri con blogger del cibo, alimentaristi e comunicatori seriali
in cui è stato possibile interagire in un confronto aperto a tutti e
dove sul tavolo sono emerse le criticità del settore e dove si è
raccontato di realtà diverse perché provenienti da culture
differenti ma tutti uniti nell’asserire la grande importanza del
mangiare, sano e bene. L’eccellenza italiana è ancora una volta
riconosciuta ed esportata nel mondo perché noi siamo quello che
mangiamo, noi siamo il meglio e gli altri lo sanno… eccome lo
sanno.
Cibo italiano, cibo che nutre il corpo
e appaga la mente, il cibo è arte e l’arte è l’Italia.
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