venerdì 11 luglio 2025

OGGI VI PARLO DI CHIRURGIA BARIATRICA

 


Oggi vi parlo di chirurgia bariatrica.

Prima di arrivare alla ultima ratio, ossia alla chirurgia bariatrica, vediamo perché si giunge ad affrontare un intervento, e quali sono le cause che hanno determinato lo scompenso alimentare e il danno salutare che comporta il sovrappeso e l’obesità.

Quando ho iniziato a scrivere il mio blog, l’ho intitolato First Time, perché alcuni argomenti hanno bisogno di più approfondimenti e di essere trattati ogni volta che assisto ad una evoluzione o involuzione degli eventi che intendo trattare.

L’obesità e l’aumento non ponderale del peso corporeo sono uno di questi.

Tanto per chiarirci: più che argomenti da trattare sono un dramma serio.

Anche se l’obesità è stata finalmente riconosciuta come malattia - Legge 741 del 07/05/2025) - i malati affrontano molto spesso un cammino in solitudine e accompagnati dalle loro paure e perplessità.


A scuola ho imparato e studiato per essere una brava dietista esperta in prevenzione.

 

Prevenire le patologie che possono insorgere con cattive abitudini alimentari è la missione di coloro che diffondono le basi per stare bene, iniziando con una corretta alimentazione.

Cadere però nelle tentazioni del cibo è facilissimo. Siamo sempre stati bombardati da pubblicità su cibarie di vario tipo, e allettati da ogni ben di dio che possiamo avere sulla nostra tavola, quindi proprio per poter avere di tutto: restiamo fregati! Non voglio, sia ben chiaro condannare i pubblicisti, loro fanno solo il loro lavoro; sta a noi, a ogni singolo individuo decidere cosa e come e quanto mangiare. È vero che ci dicono che viviamo in una società complessa, che il vivere è difficile. Ma è realmente così? Affogare i dispiaceri nello strafogarsi di cibo è meglio? Abbiamo tutto. È troppo facile dire che nel cibo troviamo consolazione. E che ci meritiamo quindi tutto il cibo che ingurgitiamo ogni giorno, per tutto il giorno. I problemi di ognuno, è vero, sono dei giganti che ci minano nell’animo, sono delle montagne insormontabili. Troppo difficili da scalare, quindi meglio soccombere.

Ecco il verbo soccombere è quello giusto, perché a questo ci porta la malattia. L’obesità ricordatevi: non concede tregue e quindi non vieni risparmiato. Duro da dire, ma la realtà è che si muore. Le comorbilità raggiungono tutti gli individui malati. Non sto a dirvi tutte le patologie sempre connesse, sappiate che sono tante, troppe!

Veniamo ai dati. I malati aumentano in modo esponenziale non solo negli USA dove si sa che la popolazione non si nutre bene, visto che assume troppe calorie col cibo più di quanto ne abbia necessità. Anche in Italia abbiamo raggiunto il triste primato per quanto riguarda il numero di obesi e super obesi. Se pensiamo che nel 2023 erano 4 milioni gli adulti obesi e 17 milioni gli adulti in sovrappeso assistiamo ad un aumento con andamento costante il che significa che è ancora molto basso il risultato del lavoro svolto dalla prevenzione.

Ora visto che la prevenzione ha fallito (siamo onesti), ai malati che hanno ignorato ogni protocollo per essere sani, non resta che rivolgersi ai medici chirurghi bariatrici.

Avrei voluto intervistare alcuni di essi, ma il carico di lavoro a cui sono sottoposti, non ha lasciato spazio per rispondere alle mie domande.

Quindi con le mie cognizioni cerco di spiegare cosa succede all’individuo che si trova in una situazione di sovrappeso o di obesità.

Arrivare a questi limiti fisici riguarda ormai una platea di persone. Hanno provato una marea di diete, hanno usato quei beveroni, si sono lasciati incantare dalle promesse varie che si trovano dappertutto, e l’attività fisica indicata, per loro è inattuabile, spiego: quando non riescono neppure più ad allacciarsi le scarpe per la mole che intercorre sul loro addome, il piegarsi diventa un’impresa, ecco che l’unica possibile àncora vera di salvezza per poter continuare a vivere è la chirurgia bariatrica.

Fortunatamente esistono centri di eccellenza su tutto il territorio nazionale. In queste strutture il paziente viene seguito da un gruppo multidisciplinare di esperti che lo accompagnano per tutto il percorso da seguire a partire dalla fase pre-operatoria, fino al follow-up. Competenze acclarate da decenni per quanto riguarda gli aspetti clinici, nutrizionali e psicologici fanno sì che il paziente viva questa esperienza serenamente, sapendo che la sua vita futura sarà migliore, ma soprattutto sarà ancora lunga! Il percorso terapeutico messo in atto è continuativo e questo rappresenta una svolta sicura per il paziente. Uno di questi centri è l’INCO.

Leggiamo dal loro sito:

“L'Istituto Nazionale per la Cura dell'Obesità (INCO) dell’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, diretto dal dottor Alessandro Giovanelli, è da oltre un decennio uno dei centri di riferimento in Italia, riconosciuto da SICOb (Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità) per l’approccio multidisciplinare, la casistica e l’innovazione tecnica (video-laparoscopia, robotica, trattamenti psico-comportamentali).

La chirurgia bariatrica porta a benefici concreti: tende a normalizzare glicemia, pressione arteriosa e colesterolo, riduce il rischio di malattie croniche come il diabete di tipo 2, le apnee notturne e alcune forme tumorali, e migliora mobilità, autonomia, benessere psicologico e fiducia in sé stessi - favorendo una nuova percezione del proprio corpo e maggiore qualità della vita quotidiana.

Il primo passo per cambiare è valutare insieme allo specialista se questo percorso può essere la scelta giusta per te.”

 

Per coloro che si sono chiesti perché ho messo le dalie come frontespizio, la risposta è:

“La dalia è il fiore simbolo del cambiamento e di viaggio e la chirugia bariatrica capperi se lo è!”



Per ora è tutto, alla prossima!

 

Germana Blandin Savoia                                                                                                                       dietista, autrice, blogger

 

Torino, 11 luglio 2025

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 12 maggio 2025

Vinitaly 2025 virtualmente presente!

 

Vinitaly 2025 virtualmente presente!


Vinitaly 2025 virtualmente presente!
Quest’anno è andata così!

Non ho voluto rinunciare al mio articolo su questo speciale appuntamento annuale, anche senza esserci di persona. E grazie alle mie Signore del Vino, vi racconto com’è stata la rassegna Vinitaly 2025 per loro.
Ho una grande fortuna nel conoscere queste stupende vignaiole. Provengono da luoghi diversi della nostra bellissima Italia, e per festeggiare la loro collaborazione il prossimo anno brinderemo tutte insieme.
In momento di forte incertezza per le nostre esportazioni ho voluto tastare cosa ne pensano le imprenditrici. Si sa che noi donne siamo sempre sul pezzo e non ci lasciamo scalfire da imposizioni burocratiche.
Ecco di seguito gli argomenti che ho messo in tavola e il riflesso delle loro opinioni sono nei loro calici.
Le ho coinvolte con questo messaggio in whatsapp:
“Ciao Carissima, quest’anno per precedenti impegni non riesco ad essere presente, ma se sei d’accordo l’articolo su Vinitaly 2025 uscirà con le tue risposte a questi temi:
Impressioni  Preoccupazioni Soluzioni   Occasioni  
Conclusioni.
Accompagnate da vostre foto nel vostro stand che mi concederete di pubblicare.
Sarà un bellissimo reportage.
Grazie mille per la collaborazione.
Germana Blandin Savoia”

Ed ecco dopo aver chiuso le porte del Salone di Verona, raccolto i tappi per ricordare, come scaramanzia se sono stati superiori all’anno passato, e fatto rientro nelle loro dimore, arrivano i loro scritti.
In ordine alfabetico e cronologico d’invio mi risponde:

Adriana Franchi- Villa Canestrari


IMPRESSIONI L’edizione si è rivelata positiva in termini di partecipazione, soprattutto considerando che, ad eccezione di WINE PARIS, le principali fiere del settore stanno registrando un calo significativo sia di espositori che di visitatori.

PREOCCUPAZIONI La situazione di incertezza post-Covid continua a farsi sentire. Il mercato del vino non ha ancora recuperato i livelli pre-2020. A complicare ulteriormente il contesto contribuiscono i conflitti internazionali, le instabilità politiche in alcuni Paesi e, più recentemente, la questione dei dazi, che ostacolano il ritorno a una normalità commerciale auspicata da tutti.

SOLUZIONI In momenti come questo è fondamentale mantenere la lucidità: ridurre al minimo le spese non essenziali, evitare decisioni commerciali impulsive e azzardate che, una volta superata la crisi, potrebbero rivelarsi controproducenti. Serve pazienza, visione strategica e grande attenzione nella gestione delle risorse.

OCCASIONI Le vere occasioni, in questa fase, sono rare. Molte delle opportunità attuali sono legate alla necessità di abbassare i prezzi di vendita per far fronte al calo della domanda – più un compromesso che un’opportunità. Tuttavia, questa fase potrebbe offrire lo spunto per ripensare e aggiornare la strategia aziendale, trasformando la difficoltà in una leva di rinnovamento.

CONCLUSIONI Ci attende un altro anno di instabilità commerciale, in particolare sul fronte export. Il tema dei dazi sarà cruciale, non solo quelli applicati al vino italiano, ma anche quelli introdotti a livello globale, le cui conseguenze cominciamo già ad avvertire.                                                                       Per quanto riguarda le fiere (Vinitaly incluso), è auspicabile una revisione al ribasso dei costi di partecipazione. Le fiere restano uno strumento insostituibile per l’acquisizione di nuovi contatti, ma la loro efficacia deve essere proporzionata agli investimenti richiesti.






Rosanna Melchionda- Domus Hortae



IMPRESSIONI Buone, nonostante il periodo buio vi era gente che girava e non per curiosità. Il padiglione Puglia era vivo e traspariva una certa fiducia sia nei venditori che nei compratori.

PREOCCUPAZIONI Molte. Il periodo storico è molto particolare…direi poco prevedibile pertanto ogni volta che non si riesce a guardare al futuro, a fare previsioni, a valutare aspetti economici così volubili, non puoi non essere preoccupato. Investire senza avere la possibilità di guardare un orizzonte non ti permette di essere sereno. Di conseguenza un paese che non guarda al futuro per paura ...resta fermo!

SOLUZIONI Difficile individuare le soluzioni. Credo sia un momento storico in cui le linee guida non sono dettate dal mercato ma dalla storia, o meglio da decisioni di pochi.

OCCASIONI Quelle, come diceva mia nonna, fanno parte della vita. A volte capitano a volte bisogna farle capitare. Io ci sto provando con la seconda.

CONCLUSIONI Se, come dice il proverbio, chi si ferma è perduto, allora credo che comunque non bisogna fermarsi. Anche se il momento storico ci ferma, noi...produttori, imprenditori, consumatori, noi tutti in generale, dobbiamo credere ed essere convinti che le fasi della storia, come le fasi della vita di ognuno di noi, dopo ogni discesa c'è sempre la risalita.

 

Per quest’anno è tutto. Alla prossima edizione!

Da Germana Blandin Savoia

Virtualmente a Verona 6 Aprile 2025

venerdì 9 maggio 2025

TUTTOFOOD 05/05/2025

 

TUTTOFOOD  05/05/2025


Esserci è fondamentale.

Qui l’Italia incontra il mondo. 

In un attimo sei in Uzbekistan, se giri l'angolo arrivi in Cina



e se inverti il percorso metti piede in Sicilia 



e il Piemonte è a Nord che ti aspetta!


Questa grande manifestazione accoglie, ti senti partecipe anche se sei solo uno spettatore. Percepisci la voglia, il desiderio di far conoscere i prodotti in ogni campo alimentare, dal cibo alle bevande.

Io sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, parlo per me, ovviamente. Cerco qualcosa di particolare o meglio cerco le persone che rendono tale il loro prodotto.
Vengo attratta da questi biscotti salutari dal punto di vista degli ingredienti, per i bambini.


Ecco che la dietista si palesa e inizia il controllo visivo del prodotto. Non devo declamare le conoscenze in campo merceologico o nutrizionale oggi, 



quindi mi lascio guidare dalla spiegazione del mio interlocutore: Francesco Urbano. 

Mi trovo nello stand di “Sotto le stelle” Padiglione 6 Stand L08.

Gli chiedo subito se è il titolare, perché ne ha il piglio! Mi dice che è il figlio. Dopo le presentazioni, gli spiego il motivo per cui mi sono fermata al suo stand: mi hanno colpito questi deliziosi biscotti. E lui mi spiega che sono stati studiati per le esigenze dei più piccoli, l’utilizzo è sempre con prodotti biologici di ottima qualità, come si evince dalle certificazioni ottenute.


I prodotti li vedo, ed è palese che ci sia molta cura ed attenzione al consumatore, sempre più esigente, sempre con più intolleranze e allergie rispetto al passato.



Quindi gli chiedo di raccontarmi un po’ della sua famiglia, e perché si è giunti alla fondazione di quest’azienda. La storia mi dice, parte dai nonni che erano imprenditori agricoli, coltivavano cereali, e avevano gli ulivi. Mio padre aveva la passione invece dell’astronomia. Così andò all’università di Bologna a studiare gli astri e le stelle. Ma la vita reale, porta spesso a non poter inseguire i propri sogni e quindi per mantenere la famiglia, con due figli piccoli, scelse un’altra strada. La mamma invece aveva un’erboristeria. Nel retro bottega un giorno, provarono a preparare le fette biscottate in un piccolo forno dove entravano solo due teglie. Il risultato fu ottimo, ed in un attimo decisero di avviare quest’attività.

Sembra veramente una favola d’altri tempi, invece è la pura verità. La vita è così, a volte ci riserva sorprese così belle che ci infondono maggior fiducia in noi stessi e al contempo ci inducono ancora a sognare. A questo punto è doveroso ricordare cosa disse il sommo poeta: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.



Raggiungo il padiglione 10 e allo stand H11, dove incontro il Sig. Morghati. 

Il suo è un piccolo stand dove vedo un bellissimo samovar antico, tutto cesellato a mano, una vera opera d’arte. Generalmente conosciamo quelli russi, ma lui mi spiega che sono molto usati in Iran, Turchia, Kashmir, e ovviamente in Marocco, suo paese d’origine. 



Gli chiedo da quanti anni è in Italia, perché ha una perfetta pronuncia italiana, mi risponde che è qui da 39 anni. Abita a Milano. Gli rispondo che ha anche preso il tipico accento milanese, e di questo ridiamo un po’ su.






Mi racconta che questa mattina è atterrato alle 2, da un viaggio in Cina, e alle 10 aveva già allestito il suo stand. Mi parla con entusiasmo del suo lavoro, del suo impegno quotidiano, dell’impeto con cui ha affrontato le difficoltà iniziali. Nel contempo mi offre un tè e mi chiede se ho preferenze. Chiedo cortesemente allora: “un thé à la menthe”. Il tè verde è simbolo di ospitalità, cordialità e relax, oltre che la bevanda nazionale del Marocco. E proprio questo gli ha dato l’idea di creare la sua azienda col nome: “Al Mouhajir”, il cui significato è “emigrato”.

Questo credo sia uno dei più fulgidi esempi di integrazione. Al signor Morghati, vanno i miei più sinceri complimenti perché non solo ha saputo interagire con il nostro Paese, ma è diventato un imprenditore di successo. Scegliendo di visitare i luoghi di produzione del tè, ha modo di conoscere i produttori e di seguire i controlli periodici sulla produzione al fine di garantire solo prodotti di alta qualità e privi di qualsiasi sostanza nociva. Mi regala due fantastiche brochure da cui ho estrapolato le immagini a corredo del pezzo 

e congedandomi dice che il suo nome Morghati è praticamente italiano, e ripensandoci ora aggiungo: forse era destino che la sua vita si svolgesse qui, con noi in Italia, perché era già scritto nel suo nome!

 






Ma a metà mattina, devo assolutamente prendere il mio caffè.

Per scegliere fra i molti stand, dove andare a gustarlo, ci è voluto solo un attimo.

“La Cafferia” Padiglione 10 Stand H47.

Una gigantesca vela a corredo di uno stand mi ha stuzzicato, quindi ho chiesto se per cortesia mi potevano offrire un caffè. 

Mi ha risposto il Signor Alessandro che molto gentilmente si è intrattenuto con me, rispondendo poi alle mie domande. 

Dove ha inizio questa attività? Mi risponde che tutto ha inizio quando il Signor Ferruccio Rizzi insieme alla moglie apre un negozio in Luino – provincia di Varese - 

per importare caffè crudo da un po’ tutto il mondo, al fine di creare miscele di ottima qualità.

Un uomo che ha creduto nella cultura del caffè. In effetti c’è un mondo nel caffè.  I luoghi di produzione abbracciano il pianeta e ogni piantagione di caffè si caratterizza per il suolo in cui è coltivato, per il clima, per le pratiche agricole applicate.

Il realizzare una torrefazione dove si potesse degustare l’aroma sprigionata dalla tazzina dell’espresso servito e il poter offrire al cliente una valente gamma dei propri prodotti, ha rappresentato negli anni ’90 l’inizio di una florida attività, da questa sono nate poi diverse realtà in Lombardia e con partner commerciali persino in Cina e Turchia.

Leggendo poi alcune informazioni dal loro sito, va sicuramente menzionato un ottimo progetto: IWCA, acronimo di International Women’s Coffee Alliance. 


Questo perché: fra i 25 milioni di coltivatori di caffè, le donne rappresentano una forza lavoro numerosa, diventando parte fondamentale nel processo di lavorazione. L’attività e le condizioni primarie dei lavoratori nel settore del caffè sono cambiate, a tutt’oggi vediamo donne che occupano posizioni un tempo a loro negate. Ed è proprio dalle loro vicissitudini che nasce la IWCA. Si tratta di un network che supporta le donne nel mondo del caffe.  Era giusto citare questa lodevole iniziativa.

 

TuttoFood è anche la storia di vite, non solo uno scambio commerciale.


La passione ha forgiato il lavoro di queste persone, questo indubbiamente ha rappresentato il distinguo per le loro attività e per la loro prosecuzione.




La giornata è stata propizia agli incontri.


Sotto un cielo plumbeo sono arrivata in Milano Rho Fiera, ma dentro ho assaporato subito la vitalità della gente ed era già come ci fosse il sole!

Per questa edizione è tutto, alla prossima!

Milano, 5 Maggio 2025