venerdì 14 ottobre 2022

ATTRAVERSO L'ITALIA ATTRAVERSO IL VINO

ATTRAVERSO L'ITALIA ATTRAVERSO IL VINO


GO WINE “AUTOCTONO SI NASCE”

EVENTO IN TORINO 10 OTTOBRE 2022

È stata una sorpresa l’invito ad incontrarci, ricevuto la scorsa settimana da Donna Rosanna, titolare dell’Azienda Vitivinicola Domus Hortae in terra di OrtaNova (FG). Ed eccoci qui di nuovo insieme. Sono trascorsi ben tre anni dall'ultima volta che ci siamo viste e il tempo ha rafforzato la nostra amicizia. Un bellissima famiglia che ha radici salde in un vasto terreno coltivato a vite dai loro antenati. È stato piantato in terra quello che nel cuore del bicchiere raggiunge il palato, ad ogni sorso, dei grandi vini di loro produzione.

Per noi l'evento inizia alle sedici. Il luogo scelto per la rassegna è il Turin Palace Hotel dove allo scoccare dell'ora stabilita io e il mio marito raggiungiamo la sala allestita con tavoli lungo il perimetro, dove in bella vista le aziende espositrici hanno predisposto tutto per gli assaggi, idem è stato preparato al centro.


Iniziamo da LA TRIBULEIRA.

Come si fa a non essere attratti da questo nome?

Per i non piemontesi è solo un nome e nulla più.

Per noi di terra piemontese “tribulè” significa fatica. Domando subito perché è stato scelto questo nome ad Elisa, che rappresenta l'azienda. Lei perno fondamentale, fulcro del futuro, con entusiasmo ci racconta del suo amore, della sua passione per il vino e che il lavoro che è dietro a ogni bottiglia, racchiude la fatica. Questo però rappresenta anche la voglia di continuare la passione di famiglia che nel 2000 ha deciso di produrre vino dalle loro uve, rispettando il territorio. Quindi no ai diserbanti, no agli insetticidi. La vite cresce in un ambiente sano, sulle colline, quelle delle Langhe. Quelle Langhe che Pavese ci illustra nei suoi racconti, quelle colline che ora sono diventate patrimonio dell'Unesco.

Qui a “LA TRIBULEIRA” rappresentano ancora solo e sempre il territorio, dove il saper fare si traduce in vini decisamente buoni che meritano diritto di stampa!

Abbiamo assaggiato il “Nascetta” e “Albarossa”. Ad Elisa Gallo (titolare insieme ai suoi fratelli), abbiamo promesso che un fine settimana lo faremo sicuramente a breve, fra le sue uve passite che regalano uno splendido bianco e fra gli altri suoi vini. Aggiungo: complimenti per le etichette. Molto curate, molto particolari. Si vede il segno del distinguo!



Dal Nord passiamo al Centro Italia, in terra di Chieti, Ortona, presso CITRA. Ad accoglierci è Gennarino che fa parte del commerciale. Ci spiega che CITRA è una realtà vitivinicola composta da 3000 soci in terra d'Abruzzo, terra di mezzo, non siamo nel paese degli Hobbit, siamo in Abruzzo dove i legami di un tempo restano vivi ancora oggi, qui ci si aiuta. C'è il rispetto per il lavoro, per l'amicizia, per la forza nello stare insieme nelle stesse 9 importanti cantine, da ben 49 anni! Gli ettari coltivati sono 6000 ma se li suddividiamo per il numero degli associati, vediamo che ogni famiglia ha circa 2 ettari di cui prendersi cura. Questo comporta stabilire con la terra uno speciale accordo, direi quasi genetico. Io contadino rispetto te natura e ti affido le mie viti affinché tu le cresca nel sano e robusto vivere che si chiama semplicità; fondata sui millenari principi che queste terre hanno saputo dare a chi le coltiva.

L'eccellenza dei vini hanno nomi come “Cerasuolo, Pecorino, Passerina, ecc”.

Se non li conoscete ancora, sono sicuramente da provare. Noi abbiamo assaggiato Pecorino sia nella versione fermo, che spumante brut 12 mesi. Va detto che non aspetteremo invece 12 mesi per far loro visita in consorzio anche perché sarebbe male non conoscere il resto della loro grande e amabile produzione. A quanto detto va ancora aggiunto che mi è piaciuta molto la loro iniziativa editoriale che porta il nome di Codice Citra dove si parla di questi vignaioli che si sono inventati pure un concorso fotografico per i loro soci dal nome “Scatti in vigna” dedicato alla loro vendemmia.


MONTALBERA

Ti conosciamo per la tua eccellenza. Per i tuoi ripetuti traguardi.

Per i tuoi successi che si ripetono ogni anno: “I tre bicchieri del Gambero Rosso 2022 assegnati al Laccento”.




Perché abbiamo creduto in te portandoti in dono in USA e UK ai nostri amici come grande rappresentante della nostra bella Italia, ma soprattutto come portabandiera per il nostro Piemonte, la nostra Terra Madre. E qui, allo Stand, abbiamo incontrato Laura che amabilmente ci ha presentato i suoi vini, le sue prelibatezze come si fa quando si parla dei successi ottenuti dai figli. Questa giovanissima ragazza ha saputo intrattenerci a lungo, anche se noi siamo già dei conoscitori del marchio MONTALBERA che è di proprietà della Famiglia Morando. E questo suo fare, a mio parere, è un segno che va apprezzato molto perché col il suo sapere ha catturato non solo noi, ma anche molti altri astanti.

Certo è che MONTALBERA non ha bisogno di parole, sono i fatti che parlano.

Le bottiglie prodotte, le cantine dove con passione i vini vengono coccolati fino a che possano essere versati nei calici dei consumatori; allora è lì che la magia si rinnova!

Quando il nettare degli dei tocca il calice, effluvi di sapori, di toni, di profumi salgono alle narici e rapiscono il bevitore.

Cosa abbiamo assaggiato? Il “Nebbiolo e Laccento”.

Il Nebbiolo è il nuovo divo.

Battezzato: “Il Don”, perchè le uve provengono dalla vigna di Don Bosco in località Montemagno dentro i 110 ettari di proprietà della famiglia. Un vino che potrebbe avere “Eccellente” come secondo nome; quando dalla bottiglia scende nel bicchiere sprigiona la sua intensità, i suoi profumi unici che gli conferiscono quella ineguagliabile  targa MONTALBERA. Se questa produzione voleva essere una sfida, allora posso affermare che la sfida stata superata a pieni voti!

Ci saremmo dovuti fermare non 2 ore, ma una settimana almeno a questo banco. Ampia gamma viene offerta come dal catalogo in visione. 

MONTALBERA, giuro che non sono di parte, ma è per me qualità superiore.          Niente altro da aggiungere se non: “ Chapeau”! Solo questo! Direi che è tutto.


Ancora al Nord il giro del tavolo centrale riprende e ci porta in Friuli Venezia Giulia, da BULFON. Terra nei pressi del fiume Tagliamento, tra Spilinbergo e San Daniele del Friuli. E' Luisa che ci accoglie, la moglie del titolare impegnatissimo con altri assaggiatori. Con lei abbiamo avuto una piacevole conversazione circa lo spirito dell'azienda volto al recupero di quei vitigni autoctoni in via di estinzione. Il salvare queste viti, la perseveranza in questo obiettivo è valso alla BULFON un riconoscimento come Benemerito della vitivinicoltura italiana. Solo 11 ettari dove hanno rivisto la luce questi vitigni dimenticati, le cure continue fatte di un incessante lavoro hanno dato ottimi frutti. La sostenibilità, la potatura e la raccolta portata avanti da sapienti mani, l'attenzione alla natura in toto, la voglia di migliorare caratterizzano la missione aziendale. Ed è così che abbiamo assaporato “Ucelùt e Sciaglìn”, diversi come struttura, come i vitigni, ma fuori di ogni dubbio da provare. Certo è che visiteremo la loro cantina dedicando tempo e attenzione perché lo meritano veramente!





Poi ancora una sosta in Friuli da IL RONCAL. Qui siamo a Cividale del Friuli, la zona di vigna si trova sul Colle Montello dove vengono coltivati 20 ettari terrazzati.

Angelica del marketing office ci ha accolto con il prelibato “Refosco dal peduncolo Rosso” del 2018. Anche lei, donna saggia, con la voglia di divulgare il suo sapere dentro, ci ha accompagnato in un viaggio virtuale dentro le sue cantine, con esaustive spiegazioni.

Il Refosco è considerato il re tra i vini rossi friulani. Il tannino si sente ed è vellutato, profuma di mora selvatica, di prugna e anche di viola.

Quindi in alto i calici e “Prosit” visto che siamo in terra di confine.

Un secondo brindisi l'abbiamo fatto con “Schioppettino”.

Andremo a trovarla e passeremo almeno un giorno in visita nei suoi appezzamenti, guardando quanto amore e rispetto anche questa azienda ha verso il territorio. Verso quello che ha ereditato e onorato con il lavoro delle nuove generazioni che con dedizione hanno portato in alto i valori acquisiti da chi li ha preceduti. Ecco questi ragazzi secondo me rappresentano la migliore gioventù. Giovani diligenti giorno dopo giorno hanno preso le redini dell'azienda conservando il puro valore della qualità nel rispetto dei fondatori. In loro è riposto il futuro, sono sicura sia in ottime mani. Bravi! Arriviamo prima o poi!


Il giro in sala si conclude in terra di Puglia, nel Tavoliere, dove il sole fa maturare quegli acini pieni di sapore, di gusto che poi trabocca nei bicchieri.

E' DOMUS HORTAE.

Donna Rosanna è la proprietaria insieme al suo coniuge di una grande azienda del Sud che ha creduto nella tradizione, conservando i principi fondamentali e i risultati sono davanti ai nostri occhi, dentro le loro bottiglie.

 Successi, premi, riconoscimenti, ma questo è ovvio perché tutti i loro vini sono da gustare. Anche il rispetto del territorio è alla base della loro coltivazione. Ci ha offerto l'assaggio del “Ti Estì”, prodotto con le uve Minutolo, un vitigno pugliese che dona un bianco fresco, floreale con note che vanno dalla pesca alla frutta esotica.

Un grande plauso a questa famiglia che con sacrifici ha portato sugli scaffali d' Italia i loro pregiati vini. Non sto ad elencarli, perché scoprirli per voi lettori sarà una gioia!


L'evento promosso da GO WINE, pur non sufficientemente pubblicizzato è stato un successo. In questa kermesse quando parla il perlage, quando senti gli esperti del settore che addestrati alla degustazione parlano di affinamento, di barricato, bel bouquet, dello charmat, del cuvée, dell'equilibrato, dell'etereo, dell'evanescente, del fine, del fragrante, del fruttato... potrei continuare fino alla zeta, ti accorgi di essere nel posto giusto, dove tutti parlano la stessa lingua.

Tutti parlano del vino, del loro vino e lo fanno riuscendoti a trasportare nei loro territori, orgogliosi di esserne parte.

Ogni coltivatore, ogni produttore incontrato ci ha menzionato quale attenzione e quali cure riserva alle sue vigne per ottenere i migliori frutti che generano i migliori vini.

Il cuore, la terra, la volontà, la passione sono alla base della produzione dei grandi vini.                                                                                                                                      Inutile  girarci intorno, non c'è la cornice qui, non è un quadro, qui non è altro che il saper fare. I prodotti lo dimostrano.                                                                                    Vini esclusivi per chi ama sorseggiarli e unirli al cibo, che insieme sono il simbolo della nostra Italia!

Atmosfere uniche!

Provateli e fatemi sapere.

L'esclusività è solo italiana!



Germana Blandin Savoia

Torino, 10 Ottobre 2022

domenica 11 settembre 2022

A Vicenza vi porto io...

 

A Vicenza vi porto io…





Se non riuscite ad andare a Vicenza vi porto io.

La gita è in mezzo all’arte, non quella della città ma fra i vicoli con muri lastricati con preziosi minerali.
Sembrano sacchetti pieni di spezie come nei mercati d’oriente, invece sono riempiti di pietre preziose dai multiformi colori.




La natura ha creato durante i millenni passati nelle viscere della terra questa mirabilia.
Luoghi remoti affiorano insieme su questo palcoscenico, esse luccicano, attraggono e cercano un essere umano che li trasformi per delle belle fanciulle al fine di adornarle come delle madonne votive.

Qui c’è n’è per tutti i gusti. Idee a confronto, linguaggi di paesi lontani si fondono in un allegro vociare.

Si passa dalla Birmania, all’India, all’Africa, all’America Latina.

Il giro delle miniere ha termine qui sui tavoli imbanditi di monili.

Non è il tesoro di Alì Babà, è di più.

Caveau al posto degli armadi, guardie giurate in ogni dove, in divisa e in borghese; all’ ingresso controlli come in aeroporto, compreso lo scanner body.
Un’esposizione degna di un sultano o di uno sceicco per quanta merce si trova in questo mercato. Ora si contratta anche via email tutto è tecnologico, ma l’occhio del venditore e del compratore devono incontrarsi per stabilire una buona compravendita. Ho sentito passando che alcune signore americane chiedevano in quanti giorni sarebbe arrivata la loro merce. Districarsi è facile con l’ausilio della piantina, ma facciamo un passo indietro per il viaggio: usiamo il treno perché è sicuro, comodo e ci porta a destinazione in breve tempo. Arrivati alla stazione di Vicenza vi aspetta un bus navetta gratuito che arriva fino all’ingresso della Fiera Vicenza Oro dal 9 al 13 settembre 2022.
Ed eccoci qui. Iniziamo il giro. Per chi non è mai entrato in Fiera, appare una girandola piena di luce e suoni provenienti dal chiacchiericcio fitto degli imprenditori, dei commercianti e dei visitatori come me.


Il mio giro l'ho iniziato a naso o caso per essere precisi ed ecco che...





Siccome gli occhi si volgono sempre al bello, mi appare in una teca questo bracciale che rappresenta l’infinito. Questo perché con armonia senza fine avvolgerà un polso di una dama e la renderà ancora più bella, perché a questo i gioielli servono.


Le rouches sono come un antico ventaglio, si aprono e si chiudono su se stesse includendo delle sfere, che io ho paragonato a mondi lontani catturati da un vortice senza fine; ecco perché lo battezzato “l’universo”! Magari la mia idea potrà essere adottata dalla casa orafa che l'ha realizzato ossia Raica di Arezzo.



Arte con arte nel senso di antico e moderno che si incontrano e si fondono nel vero senso del termine. Il crogiolo in cui l’oro abbraccia l’argento e il rame per irrobustire il suo duttile stato primordiale. Poi le abili mani degli orafi come pittori su tela aggiungo pietre dagli sfavillanti colori, ma l’occhio di noi donne cade sempre sul carbonio puro, sulla roccia più brillante che esiste: il diamante.

È l’eccellenza. È il massimo. È sublimazione. E quando ne adocchi uno chissà perché anche i tuoi occhi iniziano a brillare con lui della stessa luce. Purtroppo io li posso solo guardare, sono inarrivabili, il loro prezzo non è trattabile variano per intenderci dai 4000 dollari al carato in su, poi conta la purezza, il taglio e la colorazione. Ma per farla breve quando ho chiesto il prezzo di quello che avevo puntato mi è stato detto:”Signora questo diamante costa 26mila euro. Due carati”. Ero da Farina Diamanti di Valenza (AL). Sono passata subito allo stand successivo!
Anni fa in questa Fiera non si poteva acquistare nulla perché le vendite erano solo ammesse fra commercianti, va inoltre ricordato anche che si pagava il biglietto d’ingresso erano circa 50 mila lire a persona. Ora il biglietto è gratuito ma mancano sempre ancora i soldi per acquistare, il detto però: guardare ma non toccare e rimirare è sempre in auge.
Passiamo ora alle altre cose che mi hanno affascinato. Cercavo qualcosa di diverso dal solito ed ecco che incontro una vetrina blindata dove in bella mostra c’è l’adesivo vietato fotografare. Quindi spiego che sono una blogger e che sono proprio alla ricerca del nuovo, ed ecco che la Signora, la titolare dell'azienda Giordana Castellan di Trissino (VI), acconsente e voilà ecco a voi il futuro: gioielli in titanio ossia l’avanguardia e per voi un’anteprima unica!!!








Ma poi non vuoi fare un salto anche da Hasbani di Milano, ma Libanese d'origine dove non puoi fare a meno di chiedere il peso e il totale in carati di quello splendido bracciale con un disegno semplice che mi ricorda i disegni dell'arte islamica di estrema raffinatezza!




In ogni Hall c'è solo e sempre la perfezione, raggiunta ovviamente con anni di esperienza, che permette di produrre pezzi autentici di precisione, realizzando elevati risultati che si chiamano bellezza.


E chiudo dicendo che Vicenza vi aspetta.

giovedì 21 luglio 2022

 



BELLISSIMA INIZIATIVA NELLE BORGATE

FAVELLA E CIACIA'




Due piccole borgate di montagna appartenenti al Comune di Rubiana in provincia di Torino, si stanno facendo notare per la bellissima iniziativa intrapresa dai pochi abitanti rimasti.

Venuti a sapere che i “babaci di Maranzana” stanno riscuotendo tanto successo per aver ripopolato il paese, hanno pensato di costruire dei “babaci” che ricordino la vita vissuta dai loro avi residenti in questi due piccoli borghi abbarbicati sulle pendici della montagna.

Radunate stoffe, abiti dei nonni e bisnonni, hanno scatenato la loro fantasia e nel mese di giugno hanno dato vita a quegli antichi abitanti che hanno fatto la storia; lì dove tutti si conoscevano e si aiutavano per quanto potevano.

Ed ecco che ha preso vita la lavandaia. Un mestiere antico e faticoso. Lavare i panni e le lenzuola nell'acqua gelata del lavatoio in inverno, quando il ghiaccio già affiorava nella vasca e copriva con trasparenti candelotti anche il rubinetto.

I fornai, che sfornavano “le micche”, una tipica forma di pane di quassù, siamo a 950 mt. Il pane in questione si chiama “pan di cusioira”, sono davanti alla loro bottega.

Qui si faceva il fieno e si portava con la gerla fin su nei solai d'estate per usarlo poi d'inverno per nutrire gli animali: vacche e capre.

Avevano anche una sgranatrice per prodursi poi la farina, e anche questa figura è stata fedelmente riprodotta.

Due borghi, due chiese, due Santi Patroni - San Bartolomeo festeggiato il 24 agosto a Favella - San Giuseppe a CiaCià - Tabone festeggiato il 19 marzo. Due feste molto sentite dai residenti, unite da un unico parroco. Don Ciocchetto che oltre aver celebrato messe, matrimoni e funerali; viene ancor oggi ricordato per aver istruito i giovani del paese facendo loro da maestro.

Un uomo col profondo senso del dovere verso gli altri e verso gli umili. Ha saputo entrare nei cuori di quelli di allora a tal punto che i bis nipoti sanno ancora ora delle sue gesta. Per questo anche lui farà parte dei personaggi ricordati, perché se vogliamo dirla tutta ha saputo condurre le due comunità verso il futuro che senza i suoi insegnamenti non avrebbero mai avuto.


Durante le feste si beveva e si mangiava ed ecco che l'oste e la cameriera li troviamo sulla porta della locanda, situata proprio ad inizio paese in modo da accogliere tutti.

Certo che c'era anche chi andava lontano, quindi troviamo al bivio per Favella un signore e signora con la valigia che aspettano la corriera.

C'è chi parte, ma c'è anche chi arriva, vicino all'albergo ecco che arrivano due nuovi villeggianti con gli abiti di quell'epoca.

Questo non è tutto, è solo come si direbbe al ristorante: l'antipasto.

E si sa che i pranzi italiani durano a lungo, in particolare da noi in Piemonte che abbiamo almeno 40 tipi di antipasti diversi, fra quelli freddi e quelli caldi, quindi accomodatevi... venite a farci visita, sfameremo gli obiettivi delle vostre macchine fotografiche.

Per quest'anno sarà solo un assaggio tanto per farci conoscere, ma quest'inverno, le abili mani delle sarte e della pittrice, saranno all'opera per farvi incontrare il prossimo anno e in quelli a divenire tanti altri “babaci” che interpreteranno chi ha vissuto qui tanto tempo fa.



Ma non basta, sempre per il prossimo anno, a fianco dei personaggi, prepareremo un breve riassunto della loro vita corredata di foto.

Mi auguro di aver stuzzicato la vostra curiosità.


Vi aspettiamo. E se non avete già programmato tutto, sappiate che siamo raggiungibili con la tangenziale di Torino, fino ad Avigliana, poi proseguite con la strada provinciale 197 per il Colle del Lys e girate a sinistra quando trovate il cartello Favella.

Abbiamo fontane con fresche acque sorgive che vi daranno refrigerio dopo il giro turistico e siamo circondati solo dai boschi.

Sarà una gita diversa, unica, perché noi siamo ovviamente bravi con la favella, essendo favellesi, ma di più con il nostro lavoro. A presto dunque!




Germana Blandin Savoia

Dietista, Autrice, Blogger




Favella – CiaCià 16 Luglio 2022

mercoledì 25 maggio 2022

IL MIO TOUR AL SALONE DEL LIBRO IN TORINO 2022

 

Il mio tour al Salone del Libro in Torino 2022




Una tre giorni, fatta di giovedì, venerdì e lunedì.

Libri sfogliati, gustati, vissuti in attesa di poterli riguardare e leggere la sera al rientro.

Quest'anno ho vissuto pienamente il Salone,

forse perché gli eventi passati e quelli appena trascorsi non avevano permesso gli incontri, ci avevano anche negato una stretta di mano, blindato il sorriso dentro una cupa mascherina. Ebbene tutto questo forse resterà solo un ricordo, almeno spero, perché la vita ha cominciato a pulsare. Ed è bello vedere finalmente le scolaresche che passano nei corridoi, dai più piccoli che sono ancorati a nastri colorati per non perdersi, o alla classe che si distingue dal cappellino color verde acido e spicca in mezzo alla moltitudine. Sono loro il nostro futuro. Si affacciano alla cultura, alla lettura, allo studio, questo sarà il mezzo per poter aprire un giorno la valigia dei sogni ed essere pronti a realizzarli.


Quest'anno l'ho apprezzato di più, ad iniziare dal fatto che i corridoi erano più ampi e si poteva camminare anche quando c'era il delirio umano.


Poi la voglia di incontrare gente, di parlare di raccontare, di ascoltare prende ovviamente il sopravvento, perché i libri siamo noi.


Cuori selvaggi che serbano il loro, il nostro essere per darlo ad altri sotto forma di parole stampate.


Migliaia di possibilità d'ascolto fra conferenze, lezioni magistrali, nomi illustrissimi, nomi emergenti, di tutto e di più. Peccato che molte volte gli orari si accavallano e devi rinunciare a qualche “panel” perché è alla stessa ora in cui vorresti seguirne un altro.


Il mio tour l'ho iniziato in Sicilia, dove sono stata accolta da una signora molto preparata e simpatica, con cui ho scambiato una piacevolissima conversazione e di parola in parola il tempo è passato in un lampo come ci fossimo da sempre conosciute.


 La signora in questione è Bibliotecaria presso la Biblioteca di Palermo e ovviamente molto interessata anche ai miei scritti. Le racconto che sono con la Sicilia nel cuore da quando ero ragazza. Ho avuto la fortuna di conoscere una splendida famiglia di Siracusa, e la mamma mi ha insegnato a leggere il siciliano, più difficili invece sono le conversazioni perché la “calata” cambia da Palermo a Messina.


“Quando vai al Nord porta il calore del Sud”, recita più o meno così una scritta su di un muro nei pressi dell'Etna. E così accomiatandomi dalla Signora, mi sono recata al Nord, presso la Regione Friuli Venezia Giulia, 


dove ho amabilmente conversato con due giovani ragazzi, raccontando loro che io e la famiglia, pur avendo le Alpi come sfondo dietro casa, ci rechiamo da oltre 25 anni in Friuli, sulle montagne, nei forti, nei camminamenti, fino nelle trincee dove la prima guerra mondiale ha lacerato le vite di tanti giovani. La storia si studia sul campo. Il viaggiare serve anche a questo. Con i viaggi la geografia si studia calpestando il territorio, vivendo gli usi e costumi diversi dai propri. Mangiando cibi nuovi.

Mi ha fatto veramente piacere trovare molta preparazione in loro! Bravissimi.


Ad entrambe le Regioni citate e ai loro rappresentanti va il mio grande ringraziamento per i libri avuti in omaggio, opere mirabili di cui vado fiera e che ricorderò nel tempo come “cadeau” da parte di stupendi Italiani che amano il proprio Paese e lo divulgano affinché tutti ne possano fruire delle bellezze contenute nella nostra meravigliosa Italia!


Grazie a tutti, per l'accoglienza, per la disponibilità dimostratami, e soprattutto un grazie anche al mio Editore di Edizioni il Ciliegio per avermi lasciato campo base presso il suo stand.

Arrivederci a tutti.

Il Salone per me è sempre una gioia!



24 Maggio 2022


Germana Blandin Savoia

Dietista autrice blogger

https://firsttime58.blogspot.com

lunedì 21 febbraio 2022


DUBAI SONO RITORNATA E QUESTA VOLTA AD EXPO SONO RIMASTA INCANTATA...

Quando l'antico viene proiettato nel futuro si ottiene la bellezza. Questo succede a quanto accaduto nella visione proiettata sul mondo intero, prendendo spunto da un mirabile gioiello in oro risalente a circa 4.000 anni fa, trovato nel deserto dallo Sceicco di Dubai Mohammed bin Rashid Al Maktoum.

Lui ha visto in questo reperto l'evolversi del materiale verso l'immateriale ossia verso quello che avverrà.

Uomo lungimirante ha ancora una volta visto giusto. Sì perché è proprio la cupola il centro dell'Expo Dubai 2020.

Un piccolo anello che ha colpito l'attenzione dello Sceicco, in un luogo dove sono stati già rinvenuti più di 10.000 reperti. L'anello da sempre è simbolo di unione e inclusione, in questo caso, si trovano tradizioni millenarie vista la sua datazione, ma anche il nuovo, poiché è talmente attuale e al contempo futuribile come design. Oserei dire che è di fattura unica e questo fa si, che riesce a portare la mente verso il sogno, verso la voglia di attuare un sogno adesso, ossia voler vedere il dopo, ora.

Il centro dell'anello è il propulsore, in cui l'innovazione rappresenta l'idea del divenire.

Il bordo formato da cerchi concentrici in oro saldati insieme rappresenta la concretezza delle proprie radici e in esse si trova la calma del tempo già vissuto che si chiama ora storia. Una forza centrifuga e una forza centripeta che insieme danno forza e vigore a questo mondo.

Dovremmo imparare.

Dopo la visita all'Expo, ci portiamo dietro quando ritorniamo nelle nostre case, molti ricordi, fatti di foto, filmati, ma i ricordi della quiete e della velocità delle azioni a volte frenetiche vissute lì, mi danno molto di più, perché in esse ho visto la coesione dei popoli.

Gente da tutto il pianeta ha saputo condividere in pace la bellezza della nostra vita, della vita di ogni essere umano. La solidarietà, la voglia di fare, la gioia per essere lì, partecipi di un evento mondiale che ha saputo trasmettere il messaggio che tutti insieme possiamo essere utili per vivere meglio ogni giorno della nostra vita, come recita un vecchio motto: l'unione fa la forza.



Ed è questo il paradigma che unisce gli Stati componenti del Cooperati on Concili or the Arab States of the Gulf Pavillon, come ci ha ampiamente illustrato l'hostess. In caso di necessità come un problema sulla rete elettrica tutti i Paesi essendo collegati l'uno all'altro intervengono in caso di necessità, al fine di supplire e risolvere i problemi insorti.



E qui mi viene da pensare che in Europa, dove noi formiamo l'UE, si presentasse mai un problema sull'energia elettrica, gli Stati confinanti non interverrebbero mai in soccorso perché privi di tali dotazioni. Quindi suggerisco di attrezzarsi, in tal senso, visto gli ultimi e altissimi rincari dei prezzi energetici. Sarebbe bello contare su un sicuro aiuto, invece qui ci facciamo ancora gli sgambetti sul vino o sui formaggi e salumi prodotti.


Expo Dubai 2020 offre anche una visita al dietro le quinte. Un assaggio dunque, che stimola la percezione su come si evolverà un progetto, un'idea, insomma dà la possibilità d'immaginare il seguito che verrà.

Elaborato come un grande fiore con i petali distesi, offre ai visitatori un'area pari a dieci volte l'Expo di Milano 2015.

Il fiore è come se fosse impollinato dai visitatori, le api, che porteranno il nettare in ogni angolo del mondo. Porteranno lo stupore per cosa hanno potuto vedere, toccare, ascoltare, disegnare, in aggiunta anche con esperienze fisiche e virtuali, negli oltre 200 padiglioni. La suddivisione poi è stata fatta in quartieri tematici:

Mobilità, Opportunità, Sostenibilità.

Ambienti ricreati, per lasciare letteralmente a bocca aperta i visitatori.

Le Architetture sono di straordinaria bellezza, realizzate per farci sentire dentro il Paese visitato.

Hanno saputo creare suggestioni mirabilissime!



Il progetto d'insieme è di alta qualità.

Solo una cosa manca: il tempo.

Lo spazio è talmente vasto, che è impossibile vedere tutto.

Certo è, che mi porto dentro avvincenti storie vissute, che magari saranno un giorno inserite in qualche mio romanzo.

Sensazioni, irripetibili, dove il gusto del bello si è straordinariamente unito al piacere di stare tutti lì insieme.

Se mi chiedete: “Merita il viaggio fino laggiù? - Ovvio che sì. - Vi rispondo. - E aggiungo- Vale sempre fare un viaggio, s'imparano molte cose, ovunque si vada, ma ad un Expo è sempre importante esserci”.

Ho avuto la possibilità di conoscere mondi lontanissimi, che sono difficili da raggiungere. Attraverso le immagini proposte, ho fatto dei viaggi dentro i loro Paesi ed è stato bellissimo.


Mi sono trovata sulle Alpi Svizzere ed ho sentito il freddo del gelo in alta quota, avvolta da una nebbia fittissima!



Mi sono seduta accanto alle stelle, ho visto mondi lontani, ologrammi umani.

Ho provato su di me, un nuovo test frutto di uno studio dell'università della Siberia, che solo con il fiato analizza il corpo umano. Una vera rivoluzione scientifica.                                                                 

  Ho  calpestato le pietre di Gerusalemme, portate qui.



Alcuni dati: una superficie di 4,38 chilometri quadrati, ossia è ampio quattro volte il centro commerciale più grande del mondo, il Dubai Mall. Nulla è stato dimenticato, difatti la sicurezza e la salute sono al primo posto, con hub sanitari, tre ambulatori per test rapidi e telecamere termiche.


Mi è piaciuto poi che un intero Padiglione fosse dedicato alle donne, per ricordare i ruoli vitali che esse svolgono e per ribadire la parità di genere che hanno nella società, anche in quei paesi dove a rilento viene loro riconosciuta.

Infine nel Padiglione UK, ho pensato una parola e digitata, poi una mente artificiale per ogni parola digitata da ciascun visitatore, in pochi secondi compone una poesia e tutte insieme formeranno il più grande libro di poesie mai scritto al mondo, che entrerà di diritto del Guiness dei Primati.

La mia parola è:

Daughter.

Ho scelto figlia, perché in lei c'è il futuro, il suo, il mio, il nostro. In una figlia è la prosecuzione, la realizzazione della felicità più grande per una donna: diventare mamma!


La poesia per la parola Daughter elaborata dal computer è in questa foto.



Sicuramente è fatto obbligo ringraziare la compagnia aerea WizzAir che mi ha permesso un viaggio di migliaia di chilometri al modico prezzo inferiore di 50€ nella tratta di ritorno, quindi ho approfittato subito di queste nuove tratte, assicurandomi così un incredibile vantaggio sul costo standard dei voli.



UAE Dubai, 02.10.2022