venerdì 17 maggio 2019

I migliori vini italiani 9 -11 Giugno 2017


FIRST TIME di Germana Blandin Savoia
Dietista autrice blogger


I MIGLIORI VINI ITALIANI
Torino dal 9 all’11 Giugno 2017
Salone delle Feste- Hotel Principi di Piemonte

Il mio comunicato ai lettori era: “Parteciperò come blogger… che fatica dover assaggiare e poi ancora assaggiare… l’articolo sarà con moto ondulatorio… allegro con brio!

Inizio subito ringraziando Luca Maroni e Claudia Caporale per l’invito. Detto questo vi spiego brevemente che il Sig. Luca Maroni è un analista sensoriale- degusta i vini e stila una classifica dove colloca i migliori.
Le eccellenze delle Regioni PIEMONTE, LIGURIA e VALLE D’AOSTA sono state premiate nella serata inaugurale di ieri 9 giugno 2017. E non posso esimermi dal comunicarle:
PREMIATI ROSSI Regione PIEMONTE
Miglior Vino Rosso In ASSOLUTO
Laccento Ruchè di Castagnole Monferrato Docg 2015- Montalbera 99 punti
1° Miglior Vino Rosso
Barbera d’Asti Merum 2014 – Bellicoso 98 punti
PREMIATI BIANCHI Regione PIEMONTE
1° Miglior Vino Bianco
Armason 2015 – La Bollina 96 punti
Puro Chardonnay 2014 – Roberto Sarotto 96 punti
2° Miglior Vino Bianco
Solo Luna 2014 – Pescaja 95 punti
PREMIATO Regione VALLE D’AOSTA
Miglior Vino Bianco
Chardonnay Cuvée Bois Valle d’Aosta 2014 – Les Cretes 96 punti
PREMIATO Regione LIGURIA
Miglior Vino Bianco
Vermentino Atys 2015- Tenuta La Ghiaia 90 punti

La sede operativa mi ha fornito all’ ingresso la lista premiati, che ho diligentemente ripiegato e posto nella borsetta perché non volevo in nessun modo essere influenzata dal nobile giudizio espresso.
Il mio giro di perlustrazione in senso antiorario è iniziato con uno Chardonnay tanto per solleticare il palato.
In questa tappa piemontese i tavoli erano ammantati con i migliori prodotti di circa 30 Aziende, ognuna con il proprio banco e taluni accompagnati da assaggi gastronomici.
Degna nota merita l’area ristoro gestita da un consorzio associativo di 43 realtà del viterbese: “Le Chicche della Tuscia” sapientemente gestite e promosse dalla loro giovanissima presidentessa. Un territorio chiuso nelle proprie tradizioni con retaggi che sanno di arcaico ma proiettati con passione nel futuro.
Riprendendo gli assaggi dei vini non potevo farmi mancare un Sauvignon Blanc Mimosa, di un’azienda dove si celebra la moda in parallelo agli aromi degli autoctoni.
Dopo un bianco occorre un rosso e che rossi!
Ne ho provati solo due: il Fresia D’Asti e un Dolcetto Dogliani entrambi amabilmente scesi.
A seguire un Traminer aromatico delle montagne valdostane.
Poi il mio sguardo si è soffermato su una bottiglia celebrativa: “500” e mi è venuto spontaneo chiedere se era stata preparata per l’auto omonima, invece è stata creata per festeggiare i 500 anni di Freisa. Imbottigliata solo pochi giorni prima della rassegna difatti non è ancora in catalogo… ma è buono!
Per non allontanarmi dai miei bianchi mi sono fiondata su un Cà d’Or e ho finito la serata in compagnia di Calypsos.
Osservazioni.
Il nome di un vino è come il vestito di una bella donna, è come la copertina di un bel libro: si deve distinguere!
Fare il vino è un’arte.
Il vino si coniuga con le nostre labbra quando lo assaporiamo e lo giudichiamo.
Il vino unisce, aggrega… E’ condivisione.
Quando sei nata e vissuta sotto il segno di Veronelli non puoi essere astemia. Sarebbe una pessima idea!
I produttori interrogati hanno all’incirca 4/5 ettari di proprietà coltivati, a questi alcuni ne aggiungono altri in affitto a prezzi decisamente proibitivi. Questo però non intacca come mi è stato spiegato il buon rapporto qualità/prezzo ed è una grande nota di merito da menzionare.
Quando senti che invece c’è un’azienda che ha 180 ettari di proprietà suscita la tua curiosità sulla gestione, sui mercati, sugli interessi dei consumatori, sul panorama enologico nello specifico. Ed è il direttore a fornirti tutta la serie di dati emersi dalle domande poste.
E poi gli incontri si fanno, anche quelli che non ti aspetti proprio mai.
Da lui traspare il senso di appartenenza al territorio a tal punto che mi sembra di vederlo quando tra i filari della sua tenuta si rivolge ai vitigni, padri del suo vino, e come recita la canzone gli sussurra: “Perché sei un essere speciale e io avrò cura di te!"
Questo è tutto! - This is all!


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