sabato 27 maggio 2023

COSA HO IMPARATO QUEST'ANNO AL SALONE DEL LIBRO IN TORINO 2023 E QUAL E' IL MESSAGGIO CHE PORTO A CASA

 

Cosa ho imparato quest'anno al Salone del Libro in Torino 2023 e qual è il messaggio che porto a casa.


La mia cinque giorni di presenza ve la voglio raccontare da un punto di vista diverso dal narrare quanto i libri sono piaciuti, io vi voglio dire della gente, in particolare della loro umanità; del resto dei libri e sui libri parleranno già tutti gli altri blogger e giornalisti.

Lunedì 22 maggio 2023 è stata la giornata conclusiva. Quest'anno i dati riportano una crescita di presenze, siamo arrivati a 215.000 persone. Sono sfilate nel corridoio antistante alla mia postazione tutti, dai piccini agli adulti. E' stato spettacolo puro. 

Oltre lo specchio Alice mi ha condotta alla riflessione e a pormi sempre molte domande, ad alcune riesco dare risposta, ad altre no. Per questo motivo ho intervistato un Editore.

Ho scelto solo tre semplici domande, che in realtà racchiudono un pianeta da esplorare.

Il Salone è giovane, quindi ho intervistato Gianni La Corte, Ceo/ Direttore Editoriale di LA CORTE Editore.

Eccoci: " Allora tre brevi domande a lei come editore".

"L'editore quale ruolo ha nel suo stand durante la Fiera del Libro?"

Risposta:

“ Durante la Fiera del Libro, io in particolare appunto, noi i nostri La Corte Editore cerchiamo davvero di proporre ai nostri lettori i libri che possano essere più indicati per loro, quindi durante questa fiera poi è bello perché si va in qualche modo a tirare le fila di un anno di lavoro, di scelte fatte e compiute e si ha l'occasione di misurare davvero con mano se sono effettivamente piaciute al pubblico, se piacciono, cosa va, cosa non va, quindi l'editore allo stand deve innanzitutto avere contatto col pubblico e poi ovviamente serve invece per tutti i mille contatti lavorativi e professionali che in occasioni come queste si intrecciano e si stringono”.

Seconda domanda:

Cosa deve fare l'autore nello stand? Fa solo il firma copie o deve anche lavorare?”

Risposta:

“ Per noi, nel nostro caso l'autore deve essere, deve metterci il suo entusiasmo, nel senso che siamo noi a vendere i suoi libri, c'è il nostro staff, 


ma deve poi saper raccontare magari al momento giusto, dare due parole in più, oppure deve firmare la copia perché, ecco a noi piace portare molti autori allo stand perché il cliente al Salone del Libro paga un biglietto e quindi cerchiamo di dare un'esperienza diversa cerchiamo di dare al lettore che ci viene a trovare tante anteprime, esclusive, appunto autori che possano in qualche modo firmagli la copia o raccontargli qualcosa in più in maniera tale che possano portarsi a casa qualcosa in più del semplice libro comprato in libreria”.


Terza e ultima domanda:

Gli autori hanno la facoltà di incontrarsi, autori che non si conoscono della sua casa editrice, ma gli autori fra loro oltre a presentarsi, se la possono chiacchierare un po'?”.

Risposta:

“ Sì assolutamente. Da noi si stringono davvero grandi amicizie e poi penso alla nostra casa editrice come a una grande famiglia quindi diventa molto spontaneo poi proseguire magari la serata a cena insieme o che cosa. Quindi sì fra gli autori nascono delle bellissime amicizie e poi sono occasioni anche di confronto, per confrontarsi su quello che va o che non va, darsi dei consigli vicendevolmente quindi anzi il salone diventa davvero un'occasione da collante o per migliorare ancora le proprie competenze o scambiarle”.

“Grazie mille, alla prossima” concludo.


Sembra forse un po' strano rivolgere lo sguardo altrove, non sulle le pagine scritte, ma su chi ho conosciuto, su chi mi ha elargito ascolto incondizionato pur non avendomi mai vista,


Ecco questo è il messaggio che mi porto a casa...

Esprimo gratitudine per ogni incontro. Mi avete fatto capire che ci sono ancora molte persone buone, con anime belle, pronte a mettersi al servizio degli altri, e per me questo conta molto.


Quindi voglio ringraziare il Dott. Antonio Zullo, una splendida persona per la sua amabile comprensione. Auspico un giorno poter assistere a qualche sua lezione, lui è un criminologo della Polizia di Stato di Torino. Argomento affascinante che dipana l'umano e lo legge nelle sue spire, mettendo a nudo quelle circonvoluzioni cerebrali che inducono l'individuo a commettere fatti o a non commetterli e questo fa il distinguo. Certo è che anche l'ambiente in cui si vive, prima famigliare e poi i rapporti con chi ci si circonda sicuramente influiscono e forgiano le menti.


Un altro particolare ringraziamento lo vorrei rivolgere al Prof. Giordano Bruno Guerri, Presidente del Vittoriale con cui ho potuto dialogare come fossi una sua alunna e la magia dannunziana ha avuto inizio.



Alle sue amabili curatrici Chiara e Giusy, due splendide donne, con cui è scattata quella sintonia che si chiama amicizia.


Alle mie nuove amiche di penna e di disegno con cui faremo un pezzo di strada insieme nel nostro percorso di vita. Non vi cito tutte ragazze, perché siete tante, ma voi lo sapete che parlo di voi.


Alla mia amica di Palermo, grande professionista che ha nel suo animo la divulgazione degli scritti dei suoi conterranei e che dallo scorso anno mi fa assaggiare i suoi splendidi volumi.

Grazie mille Dott.ssa Sonia Soresi.


Infine desidero ringraziare tutti gli studenti con cui ho avuto modo di dialogare, di domandare, di rispondere. Sono stata molto contenta di trovare ragazze/i molto preparati, lettori di Kafka o di Dostoevskij di loro iniziativa senza l'obbligo di lettura da parte della scuola. Ci siamo confrontati, sul volgere lo sguardo anche oltre oceano e leggere ad esempio Steinbeck o restando nel vecchio Continente per gustare il premio Nobel Eric Boll. Mi sono permessa di suggerire loro questo, perché anche la mia mitica Prof. Angela Falcone lo fece, e per me si aprì un altro mondo.

Quando la connessione umana diventa connessione d'intenti è un magnifico vivere, perché solo con il cuore possiamo cercare di diventare migliori, l'ascolto con il dialogo ci aiutano a realizzarlo. C'è sempre da imparare, aumentare il proprio bagaglio culturale ci arricchisce dentro e ci fa stare bene.

Avere un obiettivo da raggiungere, mettersi in gioco anche solo con le parole, diverse per ogni persona che incontriamo, perché noi siamo diversi, è fondamentale affinché arricchendo il nostro vocabolario, implementando le nostre conoscenze ci rendiamo conto sempre più che l'essere umano è stato creato per stare insieme, pur ammettendo che serve anche alla mente lo stare da soli, per una meditazione o qual altro si voglia. Certo è che quest'anno al di là di tutto, mi sono proprio divertita e mi porto dentro la gioia che ho provato partecipandovi.


I sorrisi ricevuti e regalati hanno completato le mie cinque giornate torinesi!



Nessun commento:

Posta un commento