Oggi tocca a me,
essere intervistata.
Va detto subito che non è di oggi, né di ieri, è leggermente
datata, risale all’8 giugno 2022. L’ho tenuta in serbo perché volevo vedere se rileggendo
le risposte, ero ancora dell’opinione rilasciata allora. Ebbene sì. Posso
assicurarvi che se Elisa Averna oggi formulasse quelle domande, le risposte
sarebbero uguali.
Elisa Averna è una brava scrittrice e non solo questo.
Lavora come una dannata, perché crede in ciò che fa, e io l’ammiro per il suo
coraggio e determinazione. Con i suoi libri si respira un’aria diversa che ti
cattura e pervade, ma ti lascia ancora spazio al tuo immaginario.
Ma adesso veniamo a me.
Le domande sono scritte in nero, le mie risposte in fucsia.
L’ho esplicitamente chiesto all’intervistatrice.
Chi si nasconde dietro l’autrice? Puoi parlarci un po’ di
te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Domanda insidiosa …direi. Provo a tracciare un ritratto fatto di pennellate fucsia che non nascondono nulla al lettore, perché sono così come mi vedi. Esplosiva, vulcanica, piena di gioia per lo studio, contenta dei successi degli altri. Ammiro i giovani che hanno voglia di studiare, che hanno le idee chiare sul loro futuro.
Anch’io ero come loro, sempre
alla ricerca di qualcosa che mi piacesse e mi facesse stare bene. E continuo ad
esserlo peraltro. Cos’è, ti chiederai? Leggere di tutto, di molti. Andare per
mostre d’arte, dove impari anche la storia, perché di fronte ad un’opera devi
capire anche perché è stata dipinta così. Quando è stata dipinta? Il contesto
che la circonda influenza lo stato d’animo dell’esecutore e quindi l’opera
subisce il momento storico.
Altri interessi?
Viaggiare. Incontrare culture
diverse, poter parlare con gli altri. Il mio piccolo bagaglio d’inglese mi ha
sempre permesso una moltitudine di possibilità. Per questo credo fermamente che
lo studio rende liberi!
Ti racconto una curiosità: da
piccola mi creavo le parole crociate. Una cosa leggermente diversa dalle altre
bambine. Ma io sono così, come dice la canzone sono leggermente complicata.
Però mi piaccio così!
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro
sceglieresti e perché?
Un quadro? Che mi rappresenti? Non saprei. Non posso vantarmi di essere uno nessuno e centomila, sicuramente ogni giorno è una rappresentazione della vita diversa da quella appena vissuta. Potrei oggi essere l’Arlecchino di Picasso, o San Pietro crocifisso a testa in giù del Caravaggio.
Potrò invece domani essere quel gatto sull’uscio di Balthus,
o la Dama con l’ermellino.

Magari dopodomani sarò una scimmietta di
Frida, chi lo sa?
L’arte ci attraversa, ci pervade
come la musica, come la matematica che è la metrica ad esempio dei sonetti, e i
numeri sono i miei e i tuoi nei nostri giorni.
“Non comprate la casa all’ombra della croce, sul lago” è il
tuo romanzo breve edito da Edizioni il Ciliegio. Ci vuoi raccontare qualche
aneddoto legato ad esso? Com’è nata questa storia? Dove hai tratto ispirazione?
Perché ho scritto questo noir?
Perché scrivo? Mi è obbligo farlo. Perché chi non c’è, ma c’è, mi chiede di
parlarne. Chi sono io per sottrarmi a tale richiesta?
La protagonista è Brunilde, e
lei è un mistero, pertanto non posso parlare del perché ho scritto di lei e
cosa mi è capitato nei 40 giorni di stesura e le singolarità degli eventi
successivi.
Resta il fatto che non tutti gradiscono
si parli troppo, con o senza aneddoti e Brunilde è una di queste.
Sì, forse una cosa mi è
consentita: nello stesso anno e pressappoco stessi mesi, un altro scrittore si
è cimentato in un romanzo con la protagonista dal nome Brunilde. Ebbene ha avuto
guai seri, ma per privacy non posso dirti.
Che tipo è Brunilde?
Devi leggere il libro per
scoprirlo.
Se dovessi regalare un fiore a Brunilde, che cosa le
regaleresti e perché?
Un fiore per Brunilde? Uno non
basta per lei. La omaggerei con un fascio di Rose di Madrina, e orchidee ibride
che non sono ancora state create, ma si sa le Fate lo possono fare!
C’è un personaggio nel tuo romanzo con il quale “hai
litigato”? un personaggio ribelle nei tuoi confronti della tua penna? E se sì,
alla fine che ha vinto, tu o lui/lei?
Non litigo mai con i miei
personaggi. Loro sono ologrammi viventi che si presentano a me e mi raccontano
tanto, della vita, degli amori, degli amici, insomma di tutto quello che hanno
bisogno di dirmi. E quando termina il libro, si ripiegano su sé stessi e
tornano nelle pagine dove li ho collocati. Loro sono emersi dai pensieri miei,
con un corpo e un’anima forse. Ora però solo quando i lettori sfoglieranno i
libri essi si ergeranno a raccontare di nuovo.
Se magicamente la tua Brunilde apparisse davanti a te, che
cosa le diresti o chiederesti?
Brunilde non mi appare perché lo
ha già fatto quando mi ha fatto scrivere di lei, di come ha dovuto lottare
contro il male, della corsa terribile che il destino aveva previsto. Le pagine
risentono di questi spasmi, di questo anelito di arrivare in fondo alla corsa
della vita. Per dare una rappresentazione a questo simbolismo è come un
purosangue che corre, scavalca gli ostacoli e cerca attraverso un viaggio
nell’arte, il potere salvifico per la sua anima.
Quali generi letterari ti appassionano di più?
Generi letterari che preferisco?
Amando guarda caso il leggere,
potrei farti un lunghissimo elenco di scrittori. Da ragazza ovviamente i
classici, per poi disertare verso Calvino, Chiara, Parise, Vittorini, e passare
agli americani come Steinbeck, Pearl S. Buck, ecco sì, lei l’ho proprio amata.
Ho letto quasi tutto.
Come si fa a dire chi
preferisco?
Io preferisco leggere. Amo i
poeti Keats e Shelley, Baudelaire, Foscolo con “I Sepolcri” che ricordo ancora a
memoria, Ungaretti. Non solo poesie ovviamente, sono catturata da molti,
Cassola, Pavese, Sartre, Silone, Shakespeare, ecc. l’elenco è lunghissimo.
Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito.
Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà … come
preferisci).
Gli alieni non mi possono rapire: l’aliena sono io!
Se avessi l’opportunità di viaggiare nel passato, dove
andresti e perché? Inoltre ti chiedo quali oggetti del nostro tempo porteresti con
te per dimostrare a chi di dovere che provieni dal futuro?
Non posso recarmi nel passato
anche se ne avessi l’opportunità la declinerei. Davanti ho e vedo il futuro.
Ecco quello sì, è un viaggio che apprezzerei. Ovviamente con me non porterei
nulla, perché acquisterei tutto lì, per portare indietro l’evidenza del viaggio
intrapreso con oggetti a noi inimmaginabili!
Ma con la sfiga che a volte ci portiamo in valigia senza saperlo,
sicuramente arriverei fino al giorno del trapasso e questo non mi va di saperlo
ora! Chiaro no? Ovviamente scherzo!
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Ai lettori vorrei dire che
leggere ne vale sempre la pena. Sia che il libro sia piaciuto o no. Questo
perché è, e deve essere stimolo di confronto.
Grazie Germana! È stato un piacere averti ospite. Ti auguro
il meglio come autrice e come “cittadina” del mondo che ama viaggiare.
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Grazie mille Elisa.
potrete trovare molte altre
interviste, se vi va, date un’occhiata.
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