giovedì 9 gennaio 2025

DESTINAZIONE BRERA

 


Destinazione Brera.




È da tempo che volevo andare.

Brera era una meta, Brera un mito.

 Un sogno realizzato il 3 gennaio 2025.

Inaugurare l’anno con una immersione nell’arte è stata emozione pura.

Non ho voluto informarmi su chi era presente e chi no.

Non ho voluto sapere niente prima.

Volevo solo essere ammantata dalla grazia che sicuramente mi avrebbe rapita e ammaliata.

Andare per ammirare, questo è il mio mantra.

Una esplosione inebriante.



Sale in cui avrei voluto campeggiare. Cosa c’è di più bello di svegliarti circondata dal bello? Da ragazza ho avuto questo immenso piacere. Ero con una mecenate che mi ha accolta per due settimane nella sua casa di montagna. Avevo Ottone Rosai, Picasso, Pissarro e Casorati nella mia camera. Era come dormire in una pinacoteca privata. Mi è piaciuto un sacco! È stata una delle più belle esperienze. Già amavo l’arte, lei non fece altro che aumentare il mio bisogno di guardare attraverso la pittura, di qualsiasi epoca fosse.

In Brera ho potuto immergermi dentro i colori e dietro le cornici. 


Ho imparato molto, del resto come si dice a Napoli:

“Nisciuno nasce imparato. E io non lo nacqui!”.
Ho imparato a conoscere grandi pittori considerati minori, ma che minori non lo sono affatto. Secondo me, anche coloro che non hanno raggiunto la vetta, coloro che sono relegati ad essere esposti solo negli ingressi e non nei salotti buoni, ebbene anche questi pittori hanno contribuito a quel racconto che attraverso i dipinti ci dice com’era l’epoca da loro vissuta.

È sempre importante arricchire le proprie conoscenze e qui in Brera è successo.

Certo è che alcuni quadri ero in grado di spiegare il messaggio in essi racchiuso e il Prof. Sgarbi sarebbe orgoglioso di me, tuttavia è fondamentale continuare a studiare. E io lo metto in pratica. Il mio babbo un giorno mi disse che dovevo studiare sempre e di tutto, perché in ogni luogo mi fossi trovata, dovevo essere in grado di tenere argomentazione.

La vita è adesso, qui in Brera mi sento felice e questo è già una buona cosa.

Avere l’arte che ti scorre nelle vene ti fa vedere quello che non hai potuto vedere e vivere in quelle epoche, ma tangibile è ad esempio l’odore di quelle pietanze preparate con maestria.


O resti stupefatta da quella donna che non ha paura di raccontare la sua sofferenza.




O la dolcezza di una Madonna ti svela quanto è dolce l’amore di una madre per la sua creatura. 


Questo è Brera!

 

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