Lo sapete che c’è una Fondazione a Torino che si
occupa di futuro?
È proprio così. La Fondazione Donat-Cattin si occupa e si preoccupa del futuro
dei giovani.
L’ho appreso oggi. Sono stata invitata dalla Dott.ssa Barbara Donat-Cattin alla
conferenza sui 30 anni della Fondazione, che porta il nome del grande
democratico cristiano. Il film documento realizzato, testimonia la figura di
Carlo Donat- Cattin in un linguaggio semplice, di facile comprensione ed è
proprio per questo che penso debba essere distribuito nelle scuole, dove le
lezioni di storia contemporanea studiate attraverso i libri sono noiose, qui in
un’ora circa si apprende e comprende la realtà di quel passato appena trascorso
che parla già di futuro prossimo.
Barbara ho avuto il piacere di conoscerla in occasione
del Salone del Libro in Torino perché ha acquistato i miei libri. Con lei è
stata subito sintonia e simpatia.
Oggi assistendo alla conferenza di commemorazione dei
30 anni della Fondazione Donat-Cattin ho imparato quanto impegno, quanta
perseveranza nell’ aiutare gli altri, quanta volontà e quanto amore uniscono i
componenti nel portare avanti gli ideali del fondatore.
“F” è l’iniziale della parola Fondazione, ma “F” è anche l’iniziale di
Famiglia, questo ho percepito. Qui è la famiglia che muove e promuove le
iniziative di cui si occuperà la fondazione. Sembra una cosa banale, ma io ho
visto oggi una vera famiglia, nel senso più consono dell’accezione. È cosa
rara. Non sono di parte, per cui rivelo solo quanto ho constatato. Nessuna
prevaricazione, nessun comando, nessun sottoposto. Un unico nucleo unito a
svolgere un solo compito: il bene per gli altri. È ammirevole!
È tangibile dalle loro voci, incrinate dal dolore
delle loro recenti perdite, è palese dai sorrisi che elargiscono a chi ha
bisogno di coraggio. Avercene di famiglie così. E come una famiglia la
Fondazione è nata dall’accordo simultaneo dei figli di Carlo Donat- Cattin.
La frase che è rimasta scolpita nella mente di molti è
stata quando lo statista ha detto: “Sono il ministro dei lavoratori”. Un uomo
che ha avuto una visione del futuro ben chiara, antesignano di eventi che poi
sono accaduti. Intendiamoci: non un indovino ma un lungimirante. Vedeva dove
gli altri erano ciechi. Capiva anzitempo quali sarebbero stati i problemi del
nostro bel Paese. Culle vuote disse. Ed è stato così. Quando manca l’equilibrio
fra nascite e decessi ecco che uno stato arranca. In buona sostanza se manca la
forza lavoro garantita dalle presenze umane, poche speranze di crescita restano
al Paese.
Oggi è stata una giornata di quelle che vengono dette dagli studenti: campali!
Ho imparato molto, ho ripassato la storia, dove un uomo semplice ma con una
caratura spettacolare ha saputo tenere testa ai potenti di turno, affermando le
proprie idee al fine di ottenere il meglio, anzi di più, per la gente comune.
Ed è proprio la gente comune come me, che sono orgogliose di questa
famiglia/Fondazione che si è distinta. Ai ragazzi che mi leggeranno, indico
loro, l’enorme biblioteca aperta a tutti, dove 35.000 volumi li attendono per
arricchire le loro conoscenze ma soprattutto arricchire sé stessi. Studiare,
imparare con impegno e perseveranza dona il saper argomentare di tutto e con
tutti in qualunque contesto ci si trovi. È una frase che mi ripeteva il mio
papà. Studia, studia di tutto. Il messaggio che vorrei farvi arrivare di
Claudio Donat- Cattin, è quello che mi sono portata a casa: è che il futuro non
è più oggi perché la giornata è già finita, oggi è già domani dove dobbiamo
guardare, dove riponiamo le nostre speranze, dove vogliamo vivere liberi,
consapevoli che c’è sempre qualcuno che ci potrà aiutare a raggiungere quelli
che si chiamano ancora sogni. Non dimenticando che per noi sono forse solo il
conseguire gli studi e dopo un lavoro, ma a molti bambini e giovani di paesi in
guerra, il desiderio è arrivare a domani.
Torino, 27 Giugno2024
Germana Blandin Savoia
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