“DIVINI”
VINITALY 2024
Mi aggiro fra gli stand come una piccola volpe curiosa, so dove andare per primo: a salutare chi ho conosciuto lo scorso anno. E' un piacere rivederli, a vicenda ripercorriamo l'incontro avuto, e tutti mi ringraziano per quanto ho scritto su di loro,(vedi mio articolo:”L'ALLURE DI VINITALY 2023”).
https://firsttime58.blogspot.com/2023/04/l-allure-di-vinitaly-2023.html
Quest'anno non ho una meta precisa, fiuto cautamente fino ad incontrare chi, con i valori della sua famiglia, ha condotto la sua azienda ad affacciarsi in questa grande vetrina.
Vinitaly è una rassegna in Italia, ma qui c'è veramente l'universo! Oso azzardare che se un'astronave aliena passasse da qui, sicuramente si fermerebbe per assaggiare i vini migliori al mondo: quelli Italiani, quelli Divini!
Per incontrare tutte le famiglie delle case vinicole presenti, occorrerebbe un anno intero, sarebbe bellissimo poter conoscere le vicende di ciascuno di loro ad iniziare dal perché si dedicano a questa attività: produrre vino.
Non tutti discendono da viticoltori, c'è chi ad esempio ha sempre avuto la passione di coltivare un vigneto ed ha realizzato il suo progetto di vita. come gli intraprendenti Sig. Roberto Sassu e sua moglie Donna Grazia, costruttori edili, ma con la voglia di essere agricoltori a tutto tondo.
In TENUTA ASINARA li trovo attorniati da una pletora di persone che quasi in fila attendono di salutarli, e anch'io fatico ad intervistarli tante sono le interruzioni. Deduco che sono molto apprezzati e questo mi fa piacere, non ho sbagliato a fermarmi da loro. Vengo a sapere che in vent'anni hanno aumentato la produzione di bottiglie annue passando dalle diecimila dei primi anni alle attuali trecentomila.
Ci tengo a precisare che i loro asinelli non sono allevati per la macellazione, perché li amano a tal punto che non si possono privare della loro compagnia anche quando diventano vecchierelli. E solo per questo mi hanno già conquistata!
Il sapersi poi prendere gioco nella vita coniugale, il sorridere insieme, rappresenta un punto di forza nell'unione, ed è bello sentire il loro amore guizzare nei vini di loro produzione. Da principio erano solo estimatori di vini, ma la natura di quell'angolo di Sardegna li ha catturati, così hanno messo a dimora le piantine che si chiamano barbatelle e il loro intuito e la voglia di fare li ha premiati a tal punto che esportano in tutta l' Europa. I loro vigneti godono di un microclima conosciuto fin dai romani e l'erosione delle rocce basaltiche contribuiscono ad aggiungere quell'affinamento che genera amenità e piacevolezza ad ogni sorso. Bianchi, rossi, spumanti, passiti, tutti sapientemente curati dalla maestria imparata con il tempo accompagnati dalla tenacia e l'ostinazione per la squisitezza.
Proseguo la mia gincana verso il territorio Veronese, in Custoza mi fermo.
Vengo accolta dalla Signora Giorgia, dell'Azienda Agricola CAVALCHINA, lei è una dipendente, ma mi accoglie con tale gioia e profonda conoscenza dell'azienda che è come facesse parte della famiglia.
Mi ha particolarmente colpita il Custoza che viene considerato uno dei vini veneti per aperitivi dato il suo basso grado alcolico e la sua intensa profumazione.
La storia della famiglia non la conosco da fonte diretta, ma facendo una ricerca ho potuto vedere che si parte dal 1900 e si arriva ad oggi con quattro aziende riunite con la passione di famiglia per il vino, di quello buono.
Approdo in Sudtirol al 1309BRIGL.
Qui siamo arrivati alla trentaduesima generazione. Mi riceve Michael l'enologo.
Parlare con lui è come se appartenesse alla famiglia Brigl. E' entusiasta nel raccontarmi dei “suoi vigneti”. Gli chiedo se sono stati alla rassegna Vinexpo Paris 2024, e orgogliosamente mi risponde di sì. E' giovane, ma sa il fatto suo.
Mi racconta delle tre vigne: Vigna Haselhof, Vigna Windegg, Vigna Rielerhof, situate a diverse altitudini producono vini diversi sia per il tipo d'uva, sia per il clima che sapientemente le ha fatte maturare. Sono arrivati a produrre oltre cinquecentomila bottiglie all'anno.
Mentre mi descrive le vigne e i vini che producono, penso ai settecento anni di storia che hanno alle spalle, una tradizione ormai quasi millenaria, che ha saputo però conservare la tenacia di un tempo andato per aggiungere l'avanguardia dei macchinari e delle tecniche, proiettando il tutto, ancora nel loro futuro.
Dalle guglie del gotico scritto antico, alla determinazione della linea condotta per arrivare sempre più in alto in qualità.
Mi dice che il buon vino ha già origine nel vigneto e che le mani che lo coltivano sono sapienti mani che seguono il cammino delle stagioni, fino a raggiungere l'imbottigliamento dove il vino aspetta solo di essere assaggiato per declamare tutto il suo sentore. Mi congedo dopo aver conosciuto il figlio del titolare, che è contento per essere una delle Famiglie del Vino da me scelte oggi e amabilmente mi ringrazia.
Casualmente mi imbatto nello stand dell'Esercito Italiano.
Questa gentile signora non è però l'hostess dello stand, bensì una Signora del Vino e mi dà appuntamento da lei.
A volte nella vita s'incontrano persone meravigliose, che si avvicinano a te e nasce una bella sintonia che con il proseguire nel dialogo diventa amicizia.
Sono stata molto fortunata a fare la sua conoscenza.
Scopro che è la Signora PICCINI Alina.
Con lei sono in Toscana. AZIENDE TENUTE PICCINI.
Tutto è iniziato nel 1882 con soli 7 ettari in Toscana, dove Angiolo Piccini in Poggibonsi produceva Chianti in fiaschi di paglia, da allora tanta strada è stata fatta ed ora alla quarta generazione gli ettari sono aumentati esponenzialmente, ma la passione, il lavoro, la voglia di Angiolo è la stessa che ritroviamo oggi nel Sig. Mario, marito di Donna Alina.
Le chiedo della storia d'amore che la unisce al suo Mario. Le brillano gli occhi nel rispondermi, la gioia traspare in lei. Mi racconta delle aziende, dove si è diversificato la produzione a seconda del territorio. Un progetto che si snoda per l'Italia, dalla Toscana, al Veneto, alla Basilicata dove viene prodotto l'Aglianico del Vulture e in Sicilia dove ai piedi dell'Etna è andata anche lei a raccogliere le uve e a vinificare con Mario. Dalle sue parole scaturisce la fervida voglia di trasmettere il sapere dei loro avi, anche nell'acquisizione di nuove terre, dove il nettare degli dei resta ancora sempre espressione del cuore con cui si svolge il proprio lavoro. Mario è un uomo che sa ascoltare chi lavora con lui, si accorge se hanno qualche problema personale, con la sua grande dote di umanità, li aiuta e fa in modo che tutti possano essere felici nella sua grande famiglia che è l'azienda. Lo spirito che lo contraddistingue è quello di un fiero condottiero d'altri tempi dove l'amore di chi l'ha preceduto, vive in lui e lo spinge ad intraprendere la via per orizzonti nuovi che possano divenire il futuro certo dove piantare ancora viti.
Per quest'anno è tutto.
Aggiungo solo: per chi mi legge, e non ha potuto assaggiare, dico che i prodotti delle aziende su citate devono assolutamente far parte delle vostre cantine.
Provare per credere!
Germana Blandin Savoia
Verona, 15 Aprile 2024