venerdì 19 aprile 2024

  

DIVINI”

VINITALY 2024


Un anno è trascorso e sono nuovamente alla ricerca dei “DIVINI”.

Mi aggiro fra gli stand come una piccola volpe curiosa, so dove andare per primo: a salutare chi ho conosciuto lo scorso anno. E' un piacere rivederli, a vicenda ripercorriamo l'incontro avuto, e tutti mi ringraziano per quanto ho scritto su di loro,(vedi mio articolo:”L'ALLURE DI VINITALY 2023”). 


https://firsttime58.blogspot.com/2023/04/l-allure-di-vinitaly-2023.html


Quest'anno non ho una meta precisa, fiuto cautamente fino ad incontrare chi, con i valori della sua famiglia, ha condotto la sua azienda ad affacciarsi in questa grande vetrina.

Vinitaly è una rassegna in Italia, ma qui c'è veramente l'universo! Oso azzardare che se un'astronave aliena passasse da qui, sicuramente si fermerebbe per assaggiare i vini migliori al mondo: quelli Italiani, quelli Divini!



Per incontrare tutte le famiglie delle case vinicole presenti, occorrerebbe un anno intero, sarebbe bellissimo poter conoscere le vicende di ciascuno di loro ad iniziare dal perché si dedicano a questa attività: produrre vino.





Non tutti discendono da viticoltori, c'è chi ad esempio ha sempre avuto la passione di coltivare un vigneto ed ha realizzato il suo progetto di vita. come gli intraprendenti Sig. Roberto Sassu e sua moglie Donna Grazia, costruttori edili, ma con la voglia di essere agricoltori a tutto tondo.


In TENUTA ASINARA li trovo attorniati da una pletora di persone che quasi in fila attendono di salutarli, e anch'io fatico ad intervistarli tante sono le interruzioni. Deduco che sono molto apprezzati e questo mi fa piacere, non ho sbagliato a fermarmi da loro. Vengo a sapere che in vent'anni hanno aumentato la produzione di bottiglie annue passando dalle diecimila dei primi anni alle attuali trecentomila.


Domanda su domanda, sono incuriosita da dove hanno tratto ispirazione sui nomi dei vini che ho visto in vetrina, perché in realtà sono degli aggettivi e /o dei participio presente. La risposta è dal comportamento dei loro asinelli, ma uno in particolare è dedicato alla sua signora che amabilmente ne ride come si vede nello scatto.

Ci tengo a precisare che i loro asinelli non sono allevati per la macellazione, perché li amano a tal punto che non si possono privare della loro compagnia anche quando diventano vecchierelli. E solo per questo mi hanno già conquistata!

Il sapersi poi prendere gioco nella vita coniugale, il sorridere insieme, rappresenta un punto di forza nell'unione, ed è bello sentire il loro amore guizzare nei vini di loro produzione. Da principio erano solo estimatori di vini, ma la natura di quell'angolo di Sardegna li ha catturati, così hanno messo a dimora le piantine che si chiamano barbatelle e il loro intuito e la voglia di fare li ha premiati a tal punto che esportano in tutta l' Europa. I loro vigneti godono di un microclima conosciuto fin dai romani e l'erosione delle rocce basaltiche contribuiscono ad aggiungere quell'affinamento che genera amenità e piacevolezza ad ogni sorso. Bianchi, rossi, spumanti, passiti, tutti sapientemente curati dalla maestria imparata con il tempo accompagnati dalla tenacia e l'ostinazione per la squisitezza.


Proseguo la mia gincana verso il territorio Veronese, in Custoza mi fermo. 

Vengo accolta dalla Signora Giorgia, dell'Azienda Agricola CAVALCHINA, lei è una dipendente, ma mi accoglie con tale gioia e profonda conoscenza dell'azienda che è come facesse parte della famiglia.



Il nome dell'azienda deriva dal fatto che era stata la residenza del conte Cavalchini. Situata nella zona morenica del Garda, al catasto asburgico del 1848 erano già consistenti i vigneti classificati in prima e seconda categoria. Questa differenza non per qualità ma per resistenza alla siccità. Queste zone furono teatro di famose battaglie, ma i vigneti hanno radici salde e sono arrivati a noi regalandoci vini di qualità. La mano dell'uomo ovviamente ha reso possibile ottenere dalla natura l'uva migliore che insieme alla tecnica applicata dona ottimi risultati come dimostrano i premi conseguiti.

Mi ha particolarmente colpita il Custoza che viene considerato uno dei vini veneti per aperitivi dato il suo basso grado alcolico e la sua intensa profumazione.


La storia della famiglia non la conosco da fonte diretta, ma facendo una ricerca ho potuto vedere che si parte dal 1900 e si arriva ad oggi con quattro aziende riunite con la passione di famiglia per il vino, di quello buono.



Approdo in Sudtirol al 1309BRIGL.


Qui siamo arrivati alla trentaduesima generazione. Mi riceve Michael l'enologo.



Parlare con lui è come se appartenesse alla famiglia Brigl. E' entusiasta nel raccontarmi dei “suoi vigneti”. Gli chiedo se sono stati alla rassegna Vinexpo Paris 2024, e orgogliosamente mi risponde di sì. E' giovane, ma sa il fatto suo. 



Mi racconta delle tre vigne: Vigna Haselhof, Vigna Windegg, Vigna Rielerhof, situate a diverse altitudini producono vini diversi sia per il tipo d'uva, sia per il clima che sapientemente le ha fatte maturare. Sono arrivati a produrre oltre cinquecentomila bottiglie all'anno.

Mentre mi descrive le vigne e i vini che producono, penso ai settecento anni di storia che hanno alle spalle, una tradizione ormai quasi millenaria, che ha saputo però conservare la tenacia di un tempo andato per aggiungere l'avanguardia dei macchinari e delle tecniche, proiettando il tutto, ancora nel loro futuro.


Dalle guglie del gotico scritto antico, alla determinazione della linea condotta per arrivare sempre più in alto in qualità.

Mi dice che il buon vino ha già origine nel vigneto e che le mani che lo coltivano sono sapienti mani che seguono il cammino delle stagioni, fino a raggiungere l'imbottigliamento dove il vino aspetta solo di essere assaggiato per declamare tutto il suo sentore. Mi congedo dopo aver conosciuto il figlio del titolare, che è contento per essere una delle Famiglie del Vino da me scelte oggi e amabilmente mi ringrazia.


Casualmente mi imbatto nello stand dell'Esercito Italiano.




 Qui una bellissima signora mi spiega molte cose che vengono prodotte, nel rispetto soprattutto dell'ambiente. Mi indica ad esempio i flaconi di vetro usati per le soluzioni fisiologiche, ecco proprio quelle, vengono sanificate e poi rovesciate, quindi sono ora bottiglie a tutti gli effetti, e sono imbottigliate con il Cordiali. La trovo una bellissima idea.

Questa gentile signora non è però l'hostess dello stand, bensì una Signora del Vino e mi dà appuntamento da lei.

A volte nella vita s'incontrano persone meravigliose, che si avvicinano a te e nasce una bella sintonia che con il proseguire nel dialogo diventa amicizia.

Sono stata molto fortunata a fare la sua conoscenza.

Scopro che è la Signora PICCINI Alina.


Con lei sono in Toscana. AZIENDE TENUTE PICCINI.

Tutto è iniziato nel 1882 con soli 7 ettari in Toscana, dove Angiolo Piccini in Poggibonsi produceva Chianti in fiaschi di paglia, da allora tanta strada è stata fatta ed ora alla quarta generazione gli ettari sono aumentati esponenzialmente, ma la passione, il lavoro, la voglia di Angiolo è la stessa che ritroviamo oggi nel Sig. Mario, marito di Donna Alina.

Le chiedo della storia d'amore che la unisce al suo Mario. Le brillano gli occhi nel rispondermi, la gioia traspare in lei. Mi racconta delle aziende, dove si è diversificato la produzione a seconda del territorio. Un progetto che si snoda per l'Italia, dalla Toscana, al Veneto, alla Basilicata dove viene prodotto l'Aglianico del Vulture e in Sicilia dove ai piedi dell'Etna è andata anche lei a raccogliere le uve e a vinificare con Mario. Dalle sue parole scaturisce la fervida voglia di trasmettere il sapere dei loro avi, anche nell'acquisizione di nuove terre, dove il nettare degli dei resta ancora sempre espressione del cuore con cui si svolge il proprio lavoro. Mario è un uomo che sa ascoltare chi lavora con lui, si accorge se hanno qualche problema personale, con la sua grande dote di umanità, li aiuta e fa in modo che tutti possano essere felici nella sua grande famiglia che è l'azienda. Lo spirito che lo contraddistingue è quello di un fiero condottiero d'altri tempi dove l'amore di chi l'ha preceduto, vive in lui e lo spinge ad intraprendere la via per orizzonti nuovi che possano divenire il futuro certo dove piantare ancora viti.



Questa bella famiglia gode della proiezione nel proseguo garantito dai loro figli e dai loro nipotini arrivati da poco. Saranno i portabandiera della stirpe e sicuramente altri numerosi traguardi saranno raggiunti. Attualmente esportano in oltre novanta paesi nel mondo, un mirabile successo ottenuto con costanza e dedizione per quello che sanno fare meglio: il vino.


Per quest'anno è tutto.

Aggiungo solo: per chi mi legge, e non ha potuto assaggiare, dico che i prodotti delle aziende su citate devono assolutamente far parte delle vostre cantine.

Provare per credere!

Germana Blandin Savoia

Verona, 15 Aprile 2024








martedì 12 marzo 2024

A TORINO SUCCEDE...

A TORINO SUCCEDE... 

Bella storia questa storia.
Le cose belle succedono per caso. Ed è proprio vero. Ti fermi per uno spritz e trovi un mondo.    È quello che mi è successo oggi in Torino a due passi da Porta Nuova (la stazione della città).
Il locale lo frequento da tempo ma è la prima volta che ho l’occasione di chiacchierare col titolare di “Magno”. Il signor Michele. Un super. Essere super che significa per me? Significa essere affabili nell’arte dell’accoglienza, nell’arte della conversazione, saper trasmettere l'entusiasmo e la passione per il proprio lavoro agli altri; fino ad arrivare a far sentire clienti mai incontrati, come amici ritrovati dopo tanti anni.                                      

Cucina, esperienza, esperimenti, viaggi, ecco che mi rapisce e mi porta con le sole parole nel suo mondo. Inizia a raccontare dei suoi viaggi e noi, dico noi, perché in Torino ero in compagnia della mia amica “sempreinviaggio” lo ascoltiamo amabilmente perché conosciamo i posti che ci racconta. Ma poi entriamo nello specifico dello spritz e gli raccontiamo che in Torino in altri luoghi rinomati, purtroppo lo spritz non si poteva chiamare tale, solo qui abbiamo sempre sorseggiato lo spritz più buono che in Torino si possa trovare. Dosi giuste, direi generose, che creano il giusto connubio per il palato.

Sarà forse per questo elogio o forse sarà che la simpatia non ci manca, siamo stati a raccontarcela per due ore circa.

Il signor Michele, aveva subito evidenziato che non ha un bar, ma da lui si mangia, se poi il cliente chiede uno spritz, ben volentieri viene accontentato. Ho pensato che se avesse solo il bar e quindi servisse solo bibite e bevande che stuzzicano l'appetito, chissà che meraviglia avrei trovato, sono una piemontese che non rinuncia mai all'aperitivo.

Il tempo è volato. Quando con uno sconosciuto riesci a trovare sintonia negli interessi è facile passare dall’ HACCP, all’arredamento del nuovo locale che vedrà i battenti prossimamente in Torino. Certo è che quando ti accorgi che al tuo interlocutore brillano gli occhi nel raccontartelo, vedi l’impegno, la voglia di fare, ma fare bene. Costruire e ampliare la propria attività, senza mai dimenticare i suoi protagonisti. Ho potuto vedere l’affetto verso alcuni suoi ex dipendenti che sono venuti a pranzo da lui. Sentire gli elogi verso loro è segno inequivocabile che è un buon capo. Ha saputo circondarsi di persone capaci che gli portano rispetto dopo anni che non sono più alle sue dipendenze. Questo fa la differenza. Nel suo locale devo dire che si mangia proprio bene. Non sto ad elencare il ben di dio che potete trovare, dico solo che ce n’è per tutti i gusti. Se passate da Torino non potete non fare tappa qui. Prendete nota: civico n. 4 di via Andrea Doria. Ma se siete dei turisti e vi fermate qualche giorno in città, trovate al piano superiore un grazioso e spazioso B&B sempre di sua proprietà.
Passando da un argomento all’altro, parliamo di Napoli dei quartieri Spagnoli, di via Toledo e di quanto è bella Napoli. Torino però è nel suo cuore. Lui l’esalta, partendo dal fatto che è stata la prima Capitale d’Italia, e che dovrebbe essere più apprezzata per la miriade di monumenti, di musei e le bellezze che racchiude dentro il centro e nei dintorni.

Torino lui l'ama. E come dargli torto! Una città che vanta una storia iniziata al tempo dei Romani, circondata dall'arco formato dalle Alpi che svettano in fondo all'orizzonte. Una città con molto verde che le conferisce quel “green” che ora tutti van cercando.



Una città vivace, dove la gente s'incontra, discute, ama. Una città che brilla come una stella: le case liberty che costituiscono un arpeggio che si snoda nelle vie dove sono costruite. Le case popolari quelle lungo la ferrovia che trancia in alcuni punti la città, senza farle male, dando origine a quartieri totalmente differenti l'uno dall'altro. A Torino si respira il mondo e sono in pochi ancora a saperlo. Dalle colline che la circondano e la proteggono da sguardi indiscreti, fino alle rive del fiume Po. Torino è riservata ancora in parte come i suoi autoctoni, ma i giovani invece li trovi per strada, ovunque. Festaioli e modaioli. Interessati alla musica e all'arte. Ricordiamoci che la Pop Star Madonna, alcuni anni fa, per il suo unico concerto in Italia ha scelto Torino!

Mentre ripassiamo la storia, vedo la vivacità negli occhi di Michele, (ora lo chiamo così, perché mi ha chiesto di dargli del tu); vedo la prontezza d'ingegno dalle sue argute osservazioni.

Quindi gentili lettori, oltre camminare per strada in questa città, occorre ogni tanto camminare con il naso all'insù, perché insieme alla spensieratezza occorre unire la bellezza che si scorge qua e là.

Per quanto sappiamo su Torino, dovremmo fare i ciceroni per raccontare quegli aneddoti che la distinguono e che custodiamo nella nostra memoria.

Riassumendo: Torino è da vedere, ma da Magno bisogna andare! Non spaventatevi della coda, quella c'è sempre, del resto si sa, dove si mangia bene val la pena aspettare, e dove c'è la fila è sempre il simbolo che lì non si esce a pancia vuota. Provare per credere!

Lunedì 4 marzo 2024

Alla prossima! Stay tuned.








lunedì 8 gennaio 2024

Quando un viaggio diventa un incubo...

 

QUANDO UN VIAGGIO DIVENTA UN INCUBO...

… Ero tanto desiderosa di ritornare in Egitto. Dopo quasi quarant'anni fremevo solo al pensiero di essere nuovamente lì.

Il fascino che aveva accompagnato quel viaggio, l'ho custodito fra i miei ricordi più cari ed era sempre bello riparlarne con la mia amica con cui avevo condiviso il viaggio.


Talmente bello che, trascinata da un'altra mia amica, mi sono ritrovata di nuovo in partenza da Roma per Alessandria d'Egitto.

Complice della sua intraprendenza, degli ottimi prezzi aerei e degli hotel egiziani, abbiamo scelto noi l'itinerario e ci siamo appoggiate ad una agenzia locale con sede in Luxor e Cairo per parecchie escursioni.

Per sceglierla come fanno quasi tutti ormai, per evitare delusioni e inganni, abbiamo consultato le recensioni dei turisti che ci hanno preceduto, ed erano tante, ma soprattutto molto positive.

Così positive che i guai sono iniziati sin da subito, o per essere precisi, sono iniziati subito dopo aver pagato in anticipo di tutti gli spostamenti scelti.

Vorrei partire con la narrazione di tutte le disavventure che questi signori ci hanno fatto patire, per poi consigliare come evitare questi imbrogli.


Tutte le escursioni ai templi avrebbero dovuto comprendere una guida che esplicitasse la lingua italiana in modo corretto e che fosse un egittologo, e così non è stato. In ben 2 escursioni su 5 la guida era in lingua inglese. Il che non sarebbe stato un problema, ce la caviamo con l'inglese ma per comodità avevamo scelto la guida in italiano. Il problema è che non ci è stato mai comunicato nulla circa il cambio delle guide affidate; tant'è che non sapevamo mai dove e come e il nome di chi ci avrebbe dovuto accompagnare. Da notare è, il fatto che, avevamo ovviamente pagato un extra per avere la guida in lingua italiana.


Per quanto riguarda le guide che ci hanno appioppato in italiano, tranne una, ci siamo ritrovate con persone con un italiano parecchio stentato e meno del basico, impreparate sulla cultura egizia, che ci hanno fornito dati storici sbagliati, e che per giunta non ci hanno accompagnato sui luoghi da visitare.

O meglio mentre ci accompagnavano in macchina/taxi, raccontavano una breve storiella di 10 minuti e appena arrivati sui siti si eclissavano da qualche parte all'ombra e noi eravamo sempre da sole per il tutto il resto della visita.

Uno su tutti: ha soggiornato al bar per tutto il tempo durante la visita alla Valle dei Re, forse già troppo stanco dopo averci fatto vedere una serie di cartoline di cosa era possibile vedere per non spiegare, cercando poi di rifilarcele, voleva convincerci ad acquistarle, peccato che fossero le stesse cartoline in bianco e nero che vendevano quarant'anni fa nei negozi di souvenir. Un individuo supponente, maleducato per l'intrusione in faccende personali, ma soprattutto bugiardo. Bugiardo perché quando abbiamo visto che alla Valle dei Re e al Tempio di Hatshepsut, le altre guide spiegavano davanti ogni tomba, ci siamo resi conto che la nostra guida ci aveva gabbato dicendoci che per loro era vietato accompagnarci!

Ogni giorno ci hanno fornito una guida diversa, e ogni giorno abbiamo avuto un problema!


Cercavamo il sito in cui sono incise alcune gesta che rappresentano l'esposizione di “alcuni trofei”

di guerra della battaglia di Quadesh, la guida non solo era all'oscuro della faccenda, ma non sapeva neanche fossimo nel sito giusto per trovarli!


Avremmo potuto spiegare noi a questi individui quanto c'è anche di singolare nella storia, come in questa di Ramses II.


La ciliegina sulla torta è stata l'annullamento del volo in mongolfiera sulla Valle dei Templi a Luxor, dopo averla prenotata ben prima che il viaggio avesse inizio e pagata in loco almeno una settimana prima (con la rassicurazione da parte dell'agenzia che il volo era stato prenotato per il giorno stabilito e che era tutto ok).

La sera prima, alle 18, mandiamo un sms all'agenzia per chiedere a che ora ci sarebbero passati a prendere per andare al campo volo, (eh già abbiamo praticamente sempre dovuto chiedere noi a che ora si sarebbero presentati ogni mattina e chi sarebbe venuto), ci viene risposto che stanno ancora aspettando che la compagnia della mongolfiera gli dia un orario.

Alle 8 del mattino seguente, cioè poche ore prima della partenza, dopo nostra richiesta ci è stato risposto che non era più possibile fare la gita perché non c'era più posto.

Ma come? Ci avevano tanto rassicurato, tutto era concordato nei minimi dettagli e poi? Come è che

di tutto apposto non è vero niente?

Del perché e del percome siamo state oggetto di questo disservizio ci siamo informate con chi di dovere e abbiamo saputo che le scuse addotte dall'agenzia erano menzognere, tanto per gradire!


Ah, come vi ho anticipato prima, appena abbiamo pagato il saldo all'agenzia, cioè il giorno seguente al nostro arrivo in Egitto, sono iniziati tutti i problemi possibili immaginabili.

La persona loro preposta quando ci ha ricevuto nella hall dell'hotel in cui soggiornavamo ha avuto un atteggiamento molto poco professionale, ma questo pur avendolo notato, all'inizio non ci è parso così grave, e invece era già segno di quanto ci avessero preso per il sedere!



Infine al Cairo e Saqquara abbiamo avuto l'ennesima fregatura! Ci hanno propinato una persona spacciata per egittologo, in realtà laureato in letteratura, che ci ripete le stesse cose minimo quattro volte per far vedere che la spiegazione dura molto, o forse pensa che siamo idiote e non capiamo la nostra lingua. La realtà è che lui non è preparato, dobbiamo cercarci all'interno del sito di Saqquara le cose più significative da vedere, visto che lui ci aspetta all'ombra e non ci accompagna come dovrebbe perché lo abbiamo già pagato. Ma la cosa più abominevole è che se incontriamo degli altri gruppi italiani, ripete come un pappagallo quello che è riuscito a carpire e sentire dall'altra guida! Del resto lui sa poco e a memoria, e non sa rispondere a nessuna nostra domanda. Meno male che la sera prima, avevo letto qualcosa su Saqquara, perché nel precedente viaggio non c'ero stata. Quindi, ho trovato io, le opere più rilevanti da fotografare. Direi che non ho aggettivi per definire l'operato di questi individui. Per non parlare poi della cosa più grave su cui hanno obiettato in molti: la mancia! Hanno avuto da ridire perché era bassa! Altro che mancia, calci nel posto dove il sole si rifiuta di battere, questo si sarebbero meritati.


A seguito delle nostre lamentele e della nostra insistenza nel fare qualcosa nel rimediare a tutti i problemi che ci hanno causato, l'agenzia ha poi accettato la nostra richiesta di visitare Dendarah, bellissimo tempio a un oretta da Luxor (mezza giornata ovviamente eh, sia mai!) con autista e guida che ovviamente non era la loro, difatti è stata la migliore fra tutte!



Ovviamente al rientro in Cairo, abbiamo cancellato 2 giorni di uscite programmate ed abbiamo inoltre scoperto che per loro un giorno di visita era di 4 ore e mezza giornata di visita era di 2 ore però ce l'hanno sempre fatta pagare come fossero il doppio delle ore. Al Cairo abbiamo impiegato ben 2 ore e mezza per chiudere definitivamente con questa agenzia, se si può chiamare tale. Gli ho detto che mi avevano disgustato, rovinato la mia permanenza in Egitto e che al mio rientro in Italia avrei scritto tutto quanto ci era occorso causato dalla loro inettitudine, dalla loro poca voglia di lavorare, dimenticando il principio fondamentale dell'accoglienza del turista. Finalmente trascorse quasi tre ore siamo riuscite a spuntarla sul rimborso che abbiamo preteso per 2 giorni di servizi pagati ma che non intendevamo più usufruire, dopo una sequela infinita di rimostranze da parte loro, alla fine è stato fatto.


Gente, non vi fidate di queste agenzie egizie che seguono troppi clienti per cui noi siamo solo un numero per loro!

E se proprio non potete farne a meno non fate come noi, procrastinate il pagamento del saldo all'ultimo giorno di permanenza nel Paese, in modo che dovendo aspettare i soldi avranno più riguardo nei vostri confronti, o almeno è da sperare!


Organizzate piuttosto tutto per conto vostro e non esitate ad appoggiarvi agli hotel locali che sono nel loro piccolo delle mini agenzie con prezzi decisamente più abbordabili e che avranno solo voi da “coccolare”.

Infatti parecchio amareggiate dall'esperienza con la grossa agenzia, le restanti escursioni le abbiamo prenotate giorno per giorno con i proprietari degli hotel.

Quindi abbiamo poi appurato che l'agenzia faceva apparire i loro costi, come apprezzabili, quando non lo erano affatto! Lo abbiamo constatato con persone del luogo, come il sig. Osama proprietario del Queen Hotel a Giza, il sig. Mohamed tenutario di Villa Sunrise a Luxor e il sig. Montasser ad Assuan che offrivano pacchetti escursioni ad un prezzo decisamente più concorrenziale dell'agenzia da noi malauguratamente scelta.



Le visite ai templi purtroppo sono in contemporanea ai turisti di altre 8 o 10 navi, durante la navigazione sul Nilo.

Devi fare la fila per comprarti il biglietto per ogni tempio che incontri durante la navigazione, gli altri avevano le guide che provvedevano, noi no!

Il peggio è stato a Kom Hombo, spintonati, ammassati, un carnaio indicibile per una sola ora di visita quando ne occorrerebbero almeno tre!





Di questo mi sono lamentata con altri turisti, perché quando ero stata in Egitto io, avevo tutto programmato dall'Italia, con una seria agenzia italiana accompagnate da un'egittologa dalla partenza e per tutta la permanenza in Egitto. Nessuna fila, nessun ingorgo umano, anzi avevamo avuto allora la splendida fortuna di visitare Abu Simbel da sole! Peccato che a quei tempi era vietato fare le foto dentro ai templi, non erano ancora stati inventati i cellulari, si usavano le macchine fotografiche e il flash era ovviamente bandito.


Oltre tutto questo, parlando invece del territorio, ho notato che in ogni agglomerato urbano, l'immondizia viene gettata lungo le rive dei fiumi e fatta bruciare, un fumo denso e acre li avvolge. Ti accorgi che arrivi in un centro abitato quando la gola inizia a bruciarti e l'aria è irrespirabile. Branchi di cani e anche greggi di pecore e capre rovistano fra i rifiuti. C'è ogni genere di immondizia, ma soprattutto plastica e persino resti di elettrodomestici. Molti rifiuti invece vengono gettatati dai piani alti finendo sui tetti sottostanti.


Nessuna strada si salva dagli escrementi animali.

Gli animali vengono picchiati e frustati davanti a tutti. Ho visto alle Piramidi cavalli magrissimi che slittavano in discesa sull'asfalto col rischio di spezzarsi le zampe e i loro conducenti continuavano ad accanirsi su di loro. Mi ero già rifiutata in passato di salire sui calessi offerti alla clientela dei visitatori, ma ora ho visto troppa crudeltà e questo non è un buon biglietto da visita per nessun Paese al mondo.

Che dire? Non voglio che passi il messaggio che per colpa di pochi arraffoni presuntuosi, l'Egitto appaia meno invitante di quanto lo è. Senza dubbio è importante visitarlo per quello che è rimasto dell'Antico Egitto e per quello che ancora non si è scoperto. E' uno scrigno senza fine. Certo è, che vivamente consiglio di non appoggiarsi ad agenzie del posto che appaiono con il massimo dell'offerta e che invece non danno neanche il minimo del minimo che il turista richiede.


Ho imparato che non mi fiderò più delle allodole, il viaggio lo organizzeremo da sole, portandoci persone competenti con cui vivere una bella esperienza, perché questa ci è stata rovinata. Ed è giusto divulgare il loro cattivo operato. Non si può tacere, perché il servizio pagato non è stato quello che ci hanno riservato.


Mi ci è voluto più di un anno per digerire tutto il disappunto che mi hanno fatto inghiottire!


Tutti questi disagi però non mi hanno privata della voglia di ritornare in un futuro, sicuramente prima che passino altri quarant'anni.

Ci sono le nuove tombe scoperte in questi giorni a Saqquara da una squadra di archeologi ed egittologi fra cui il nostro direttore del Museo Egizio di Torino. E poi come dice il Prof. Zhai Hawass, la maggior parte dei tesori deve essere ancora scoperto.

Quindi auspicando che a breve siano divulgate le nuove scoperte e che finalmente sia operativo il nuovo Museo del Cairo, io ritornerò.




Alexandria, 26 Novembre 2022