TUTTOFOOD 05/05/2025
Esserci è
fondamentale.
Qui l’Italia incontra il mondo.
In un attimo sei in Uzbekistan, se giri l'angolo arrivi in Cina



e se inverti il percorso metti piede in Sicilia

e il Piemonte è a Nord che ti aspetta!

Questa grande manifestazione accoglie, ti senti partecipe anche se sei solo uno
spettatore. Percepisci la voglia, il desiderio di far conoscere i prodotti in
ogni campo alimentare, dal cibo alle bevande.
Io sono
sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, parlo per me, ovviamente. Cerco
qualcosa di particolare o meglio cerco le persone che rendono tale il loro
prodotto.
Vengo attratta da questi biscotti salutari dal punto di vista degli
ingredienti, per i bambini.
Ecco che la dietista si palesa e inizia il controllo visivo del prodotto. Non devo declamare le conoscenze in campo merceologico o nutrizionale oggi,
quindi mi lascio guidare dalla spiegazione del mio interlocutore: Francesco Urbano.
Mi trovo nello stand di “Sotto le stelle” Padiglione 6 Stand L08.
Gli chiedo
subito se è il titolare, perché ne ha il piglio! Mi dice che è il figlio. Dopo
le presentazioni, gli spiego il motivo per cui mi sono fermata al suo stand: mi
hanno colpito questi deliziosi biscotti. E lui mi spiega che sono stati
studiati per le esigenze dei più piccoli, l’utilizzo è sempre con prodotti
biologici di ottima qualità, come si evince dalle certificazioni ottenute.


I prodotti
li vedo, ed è palese che ci sia molta cura ed attenzione al consumatore, sempre
più esigente, sempre con più intolleranze e allergie rispetto al passato.


Quindi gli
chiedo di raccontarmi un po’ della sua famiglia, e perché si è giunti alla
fondazione di quest’azienda. La storia mi dice, parte dai nonni che erano
imprenditori agricoli, coltivavano cereali, e avevano gli ulivi. Mio padre
aveva la passione invece dell’astronomia. Così andò all’università di Bologna a
studiare gli astri e le stelle. Ma la vita reale, porta spesso a non poter
inseguire i propri sogni e quindi per mantenere la famiglia, con due figli piccoli,
scelse un’altra strada. La mamma invece aveva un’erboristeria. Nel retro
bottega un giorno, provarono a preparare le fette biscottate in un piccolo
forno dove entravano solo due teglie. Il risultato fu ottimo, ed in un attimo
decisero di avviare quest’attività.
Sembra veramente una favola d’altri tempi, invece è la pura verità. La vita è così, a volte ci riserva sorprese così belle che ci infondono maggior fiducia in noi stessi e al contempo ci inducono ancora a sognare. A questo punto è doveroso ricordare cosa disse il sommo poeta: “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Raggiungo il padiglione 10 e allo stand H11, dove incontro il Sig. Morghati.
Il suo è un piccolo stand dove vedo un bellissimo samovar antico, tutto cesellato a mano, una vera opera d’arte. Generalmente conosciamo quelli russi, ma lui mi spiega che sono molto usati in Iran, Turchia, Kashmir, e ovviamente in Marocco, suo paese d’origine.
Gli chiedo da quanti anni è in Italia, perché ha una perfetta pronuncia italiana, mi risponde che è qui da 39 anni. Abita a Milano. Gli rispondo che ha anche preso il tipico accento milanese, e di questo ridiamo un po’ su.


Mi racconta che questa mattina è atterrato alle 2, da un viaggio in Cina, e alle 10 aveva già allestito il suo stand. Mi parla con entusiasmo del suo lavoro, del suo impegno quotidiano, dell’impeto con cui ha affrontato le difficoltà iniziali. Nel contempo mi offre un tè e mi chiede se ho preferenze. Chiedo cortesemente allora: “un thé à la menthe”. Il tè verde è simbolo di ospitalità, cordialità e relax, oltre che la bevanda nazionale del Marocco. E proprio questo gli ha dato l’idea di creare la sua azienda col nome: “Al Mouhajir”, il cui significato è “emigrato”.
Questo credo sia uno dei più fulgidi esempi di integrazione. Al signor Morghati, vanno i miei più sinceri complimenti perché non solo ha saputo interagire con il nostro Paese, ma è diventato un imprenditore di successo. Scegliendo di visitare i luoghi di produzione del tè, ha modo di conoscere i produttori e di seguire i controlli periodici sulla produzione al fine di garantire solo prodotti di alta qualità e privi di qualsiasi sostanza nociva. Mi regala due fantastiche brochure da cui ho estrapolato le immagini a corredo del pezzo
e congedandomi
dice che il suo nome Morghati è praticamente italiano, e ripensandoci ora
aggiungo: forse era destino che la sua vita si svolgesse qui, con noi in Italia,
perché era già scritto nel suo nome!
Ma a metà mattina, devo assolutamente prendere il mio caffè.
Per
scegliere fra i molti stand, dove andare a gustarlo, ci è voluto solo un
attimo.
“La Cafferia” Padiglione 10 Stand H47.
Una gigantesca vela a corredo di uno stand mi ha stuzzicato, quindi ho chiesto se per cortesia mi potevano offrire un caffè.
Mi ha risposto il Signor Alessandro che molto gentilmente si è intrattenuto con me, rispondendo poi alle mie domande. Dove ha inizio questa attività? Mi risponde che tutto ha inizio quando il Signor Ferruccio Rizzi insieme alla moglie apre un negozio in Luino – provincia di Varese -
per importare caffè crudo da un po’ tutto il mondo, al fine di creare miscele di ottima qualità.

Un uomo che ha creduto nella cultura del caffè. In effetti c’è un mondo nel caffè. I luoghi di produzione abbracciano il pianeta e ogni piantagione di caffè si caratterizza per il suolo in cui è coltivato, per il clima, per le pratiche agricole applicate.
Il
realizzare una torrefazione dove si potesse degustare l’aroma sprigionata dalla
tazzina dell’espresso servito e il poter offrire al cliente una valente gamma
dei propri prodotti, ha rappresentato negli anni ’90 l’inizio di una florida
attività, da questa sono nate poi diverse realtà in Lombardia e con partner
commerciali persino in Cina e Turchia.
Leggendo poi alcune informazioni dal loro sito, va sicuramente menzionato un ottimo progetto: IWCA, acronimo di International Women’s Coffee Alliance.

Questo perché: fra i 25 milioni di coltivatori di caffè, le donne rappresentano una forza lavoro numerosa, diventando parte fondamentale nel processo di lavorazione. L’attività e le condizioni primarie dei lavoratori nel settore del caffè sono cambiate, a tutt’oggi vediamo donne che occupano posizioni un tempo a loro negate. Ed è proprio dalle loro vicissitudini che nasce la IWCA. Si tratta di un network che supporta le donne nel mondo del caffe. Era giusto citare questa lodevole iniziativa.
TuttoFood è anche la storia di vite, non solo uno scambio commerciale.

La passione
ha forgiato il lavoro di queste persone, questo indubbiamente ha rappresentato
il distinguo per le loro attività e per la loro prosecuzione.

La giornata
è stata propizia agli incontri.
Sotto un cielo plumbeo sono arrivata in Milano Rho Fiera, ma dentro ho assaporato subito la vitalità della gente ed era già come ci fosse il sole!
Per questa edizione è tutto, alla prossima!
Milano, 5 Maggio 2025
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