UNA DONNA, PER LE
DONNE.
Oggi intervisto la Dottoressa Marilena Cozzarella,
ginecologa.
Ci siamo conosciute ai tempi in cui l’ospedale Valdese in
Torino era un punto fondamentale su cui contare. Purtroppo è stato chiuso. I
valenti medici che operavano nella struttura sono stati sparpagliati in altri
presidi ospedalieri della città. Ma chi come me, instaura un rapporto di
fiducia con chi ti cura, mica lo molla solo perché hanno chiuso l’ospedale!
Domanda n. 1
Perché ha scelto la ginecologia come
specializzazione?
Ho scelto ginecologia come specializzazione perché mi affascina l'opportunità di seguire le donne in tutte le fasi della loro vita, dalla salute riproduttiva alla gravidanza e oltre. È una disciplina che unisce competenze tecniche e umane, permettendo di creare un rapporto di fiducia con le pazienti e di fare la differenza nella loro salute e benessere. Inoltre, mi ispira l'idea di contribuire a temi importanti come la prevenzione e il supporto alle donne in momenti delicati della loro vita.
Domanda n. 2
È difficile esercitare oggi questa
professione?
Sì, esercitare questa professione può essere difficile, ma anche incredibilmente gratificante. Le difficoltà derivano spesso dalla necessità di prendere decisioni importanti in tempi rapidi, dalla gestione di situazioni emotivamente intense e dalla responsabilità di garantire la salute delle pazienti. Tuttavia, queste sfide sono bilanciate dalla soddisfazione di aiutare le donne in momenti fondamentali della loro vita, come la gravidanza, e di contribuire al loro benessere generale. È una professione che richiede dedizione, empatia e aggiornamento continuo, ma per me vale ogni sforzo.
Domanda n. 3
Quanto influisce la psiche sulla
somatizzazione di una malattia? E se sì, quanto su un carcinoma?
La psiche gioca un ruolo
significativo nella somatizzazione di molte malattie, soprattutto in quelle in
cui stress, ansia o traumi psicologici possono manifestarsi attraverso sintomi
fisici. Tuttavia, per quanto riguarda un carcinoma, il rapporto tra psiche e
sviluppo della malattia è più complesso. Non ci sono prove scientifiche che lo
stress o i fattori psicologici possano causare direttamente un carcinoma, poiché
le sue cause principali sono genetiche, ambientali e legate a fattori di
rischio specifici.
Tuttavia, la psiche può influenzare indirettamente il decorso della malattia e la risposta al trattamento. Ad esempio, uno stato mentale positivo può migliorare l’aderenza alle cure, la qualità della vita e, in alcuni casi, rafforzare il sistema immunitario. Al contrario, stress cronico o depressione possono indebolire il corpo, rendendo più difficile affrontare le terapie. Per questo motivo, l’approccio integrato alla cura di un carcinoma include spesso anche supporto psicologico.
Domanda n. 4
Quale percentuale di interventi
annui sul bacino d’utenza (indicare numero pazienti globale seguiti) che segue?
E quale percentuale di interventi sul totale dato, sono carcinomi?
Annualmente seguo un
migliaio di pazienti per i controlli ginecologici ed una percentuale inferiore
viene seguita per il monitoraggio della gravidanza fisiologica (controlli ostetrici).
Tra le pazienti che accedono per i controlli ginecologici annuali circa il 15% dovranno essere operate per una patologia in ambito ginecologico (polipi, miomi, cisti ovariche, prolassi, carcinomi), fortunatamente solo il 2% del totale verrà sottoposta ad intervento per una patologia tumorale.
Domanda n. 5
I carcinomi riscontrati, dove sono ubicati?
I tumori riscontrati con
maggiore frequenza sono quelli endometriali ossia che riguardano il corpo
uterino. Questi carcinomi sono legati a fattori predisponenti come obesità,
diabete ed ipertensione ed insorgono prevalentemente dopo la menopausa a
differenza dai tumori della cervice uterina che colpiscono le donne più giovani
e sono dovuti all’infezione da Papilloma Virus di cui adesso è disponibile la
vaccinazione.
I tumori endometriali
sono facilmente curabili se diagnosticati precocemente con il solo intervento
chirurgico senza la necessità di ulteriori terapie adiuvanti, questo implica la
necessità di effettuare controlli clinici ginecologici annuali regolari.
Meno frequentemente, fortunatamente, ci troviamo di fronte alla diagnosi di carcinoma ovarico. Quest’ultimo è molto più subdolo perché può crescere indisturbato in addome prima di dare segno di sé, determinando spesso la sua diagnosi tardiva con difficoltà o impossibilità chirurgica e necessità di terapie chemio e radioterapiche successive all’intervento.
Domanda n. 6
La prevenzione è sufficiente secondo
lei?
"La prevenzione è fondamentale, ma da sola non è sempre sufficiente. Adottare uno stile di vita sano, effettuare controlli regolari e aderire ai programmi di screening può ridurre significativamente il rischio di molte malattie, incluso il carcinoma, o permetterne una diagnosi precoce, aumentando così le probabilità di successo delle cure.
Tuttavia, ci sono fattori come predisposizione genetica, esposizione ambientale e mutazioni casuali che non possono essere completamente prevenuti. Per questo, oltre alla prevenzione, è essenziale investire nella ricerca, garantire accesso a cure tempestive e personalizzate e promuovere la consapevolezza affinché le persone siano informate sui segnali di allarme e sui passi da compiere per la propria salute."
Domanda n.7
Cosa dovrebbero fare le istituzioni
per garantire una vita sana alle donne?
Le istituzioni hanno un
ruolo cruciale nel garantire una vita sana alle donne e dovrebbero adottare un
approccio integrato che tenga conto della salute fisica, mentale e sociale.
Alcuni passi fondamentali includono:
1. Accesso alla
prevenzione e alla cura: Offrire programmi di screening gratuiti o a basso
costo per malattie come tumori ginecologici, malattie cardiovascolari e
osteoporosi, garantendo che ogni donna possa accedere a controlli regolari e a
cure di qualità.
2. Educazione sanitaria:
Promuovere campagne di sensibilizzazione sull'importanza di uno stile di vita
sano, inclusi alimentazione equilibrata, attività fisica e gestione dello
stress, con particolare attenzione alle diverse fasi della vita femminile.
3. Supporto psicologico:
Integrare servizi di salute mentale nei percorsi di cura, riconoscendo
l'impatto dello stress e delle malattie mentali sulla salute globale delle
donne.
4. Diritti e tutele
lavorative: Implementare politiche che tutelino la salute delle donne
lavoratrici, come congedi di maternità, supporto alla conciliazione tra lavoro
e famiglia, e prevenzione dello stress lavoro-correlato.
5. Ricerca mirata:
Investire nella ricerca per comprendere meglio le specificità della salute
femminile e sviluppare cure personalizzate.
6. Contrastare la
violenza di genere: Prevenire e affrontare la violenza sulle donne, che ha
gravi ripercussioni fisiche e psicologiche, attraverso campagne educative,
leggi efficaci e supporto per le vittime.
In sintesi, le istituzioni devono garantire un approccio multidisciplinare e accessibile, lavorando in sinergia con la comunità per rispondere alle esigenze specifiche delle donne.
Domanda n. 8
Lei è un medico privato che opera
nel pubblico, come giudica la sanità nel mondo privato rispetto al pubblico e
viceversa?
Un medico tende a
giudicare sanità pubblica e privata sulla base delle loro peculiarità, vantaggi
e criticità, tenendo conto dell'obiettivo comune di garantire cure di qualità
ai pazienti.
La sanità pubblica
rappresenta un pilastro fondamentale per garantire l'accesso alle cure a tutta
la popolazione, indipendentemente dalle condizioni economiche. Tra i suoi punti
di forza ci sono:
-Accessibilità
universale.
-Presenza capillare sul
territorio.
Tuttavia, soffre spesso
di carenze strutturali, lunghe liste d'attesa e una burocrazia complessa, che
possono influire negativamente sull'efficienza e la tempestività delle cure.
La sanità privata offre
generalmente tempi di attesa più brevi, una maggiore personalizzazione delle
cure e strutture spesso più moderne. Tuttavia, il suo accesso è legato alla
capacità economica del paziente, il che può creare disparità.
Dal punto di vista di un
medico, lavorare in entrambi i contesti presenta sfide e opportunità. Nel
pubblico, c'è la possibilità di aiutare una platea più ampia e diversificata,
ma spesso con risorse limitate. Nel privato, ci sono maggiori strumenti e tempi
per il paziente.
L’ideale sarebbe un sistema che unisca i punti di forza di entrambi, garantendo equità, efficienza e alta qualità delle cure.
Domanda n.9
Una domanda per il suo futuro: cosa
si auspica?
1 Innovazione e ricerca
Contribuire al progresso medico partecipando a studi clinici o sviluppando nuove tecniche nel campo ginecologico potrebbe essere una grande soddisfazione personale e professionale.
2 Creare una rete di
supporto per le donne
Promuovere la salute
femminile attraverso campagne di sensibilizzazione o programmi educativi mi
farebbe sentire più vicina alle mie pazienti.
3 Tecnologie avanzate
Diventare esperta
nell’uso di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale in ginecologia
(ad esempio per diagnosticare tumori precocemente) o l’uso della robotica nelle
procedure chirurgiche.
4 Formazione di nuove
generazioni
Condividere la mia
esperienza insegnando a giovani medici potrebbe darmi la soddisfazione di
lasciare un impatto duraturo sulla professione.
5 Miglioramento del
work-life balance
Trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, soprattutto in un campo impegnativo come quello della ginecologia.
Domanda n. 10
Una domanda per il futuro del genere
femminile: cosa auspica loro?
Auspico un futuro in cui
il genere femminile possa vivere in un mondo di pari opportunità, libertà e
rispetto, in cui ogni donna abbia il diritto di esprimere pienamente sé stessa,
senza ostacoli o discriminazioni.
Mi auguro che le donne
possano accedere a un'istruzione di qualità, a carriere soddisfacenti e a una
rappresentanza equa in tutti gli ambiti, dalla politica all'economia, dalla
scienza all'arte. È fondamentale che siano garantiti i diritti fondamentali,
come la salute, la sicurezza e la libertà di scelta, eliminando violenze e
disuguaglianze di genere.
Spero anche in una cultura che valorizzi il ruolo delle donne non solo come madri o figure di supporto, ma come individui completi, capaci di cambiare il mondo con il loro talento, la loro intelligenza e la loro sensibilità.
In definitiva, auspico un futuro in cui il genere non sia più una barriera, ma una ricchezza da celebrare e rispettare.
Domanda n. 11
Consiglierebbe la sua professione
alle ragazze? Se sì, perché?
Consiglierei senza
dubbio la professione di ginecologa alle ragazze, soprattutto a chi sente una
vocazione per la medicina e il desiderio di accompagnare le donne in tutte le
fasi della loro vita. È una specializzazione che richiede impegno, ma offre una
straordinaria opportunità di fare la differenza, sia dal punto di vista fisico
che emotivo.
Essere ginecologa
significa lavorare a stretto contatto con le pazienti, costruendo un rapporto
di fiducia unico. Ci si trova a svolgere un ruolo importante non solo nella
prevenzione e nella cura, ma anche nell'educazione alla salute e nel supporto
durante momenti delicati come la gravidanza, la menopausa o la gestione di
patologie complesse.
Inoltre, è una disciplina in continua evoluzione, che unisce competenze mediche, chirurgiche e umane, rendendola stimolante e mai monotona. Per chi è motivata dalla passione per la medicina e dall'empatia verso le altre donne, questa professione può essere una scelta appagante e significativa.
Domanda n. 12
Oltre ad essere un bravo medico,
(questo lo dico io), lei si considera una buona terapeuta della coppia
nell’ascolto? E se sì, una terapia per e dell’animo esiste?
Sì, possiamo considerare
la terapia di coppia come una forma di "cura per l'animo" delle
persone coinvolte in una relazione. La terapia di coppia, infatti, non si
limita a risolvere conflitti pratici o comportamentali, ma si concentra anche
sulle emozioni profonde, sui bisogni non espressi e sulle ferite emotive che
spesso si nascondono dietro i problemi di una relazione.
Questa forma di terapia
aiuta entrambe le persone a comunicare meglio, a comprendere i propri
sentimenti e quelli del partner, e a sviluppare strumenti per affrontare
insieme difficoltà che possono pesare sull'animo, come il risentimento, la
mancanza di fiducia o il dolore emotivo.
In un certo senso, possiamo dire che la terapia di coppia lavora sull'intimità emotiva e sul benessere psicologico di entrambi i partner, favorendo la crescita personale e la connessione autentica.
Domanda n. 13
Ho detto che lei è una donna, per le
donne. Si sente come l’ho descritta, attraverso le domande poste? Aggiunga lei
come e cosa vorrebbe per il pianeta femminile.
Immagino un pianeta
femminile dove ogni donna possa vivere libera da discriminazioni, violenze e
stereotipi di genere, un luogo in cui il valore e il potenziale di ogni
individuo siano riconosciuti e celebrati. Vorrei un mondo in cui le donne
possano sentirsi sicure, rispettate e incoraggiate a realizzare i propri sogni,
senza essere costrette a scegliere tra carriera, famiglia o libertà personale.
Sogno un pianeta dove la
solidarietà tra donne sia un valore centrale, unendo le generazioni in una rete
di sostegno reciproco. Dove ci sia accesso equo all'istruzione, alla salute e
al lavoro, e dove la leadership femminile sia presente in tutti gli ambiti
della società, ispirando il cambiamento e promuovendo l'equità.
Inoltre, vorrei che la femminilità fosse vista come una forza, non come una debolezza, e che la diversità delle esperienze e dei ruoli femminili fosse accolta con orgoglio. Un pianeta in cui le donne possano vivere in armonia con sé stesse, con gli altri e con la natura, contribuendo a costruire un futuro più giusto, creativo e compassionevole per tutti.
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La ringrazio Dottoressa Marilena, e auspico che l’articolo
venga letto anche dalla platea delle ragazze e da tutte le donne a cui lei si
rivolge con attenzione, sensibilità e dedizione.
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