mercoledì 15 gennaio 2025

UNA DONNA, PER LE DONNE.

 


UNA DONNA, PER LE DONNE.

Oggi intervisto la Dottoressa Marilena Cozzarella, ginecologa.

Ci siamo conosciute ai tempi in cui l’ospedale Valdese in Torino era un punto fondamentale su cui contare. Purtroppo è stato chiuso. I valenti medici che operavano nella struttura sono stati sparpagliati in altri presidi ospedalieri della città. Ma chi come me, instaura un rapporto di fiducia con chi ti cura, mica lo molla solo perché hanno chiuso l’ospedale!

Domanda n. 1

Perché ha scelto la ginecologia come specializzazione?

Ho scelto ginecologia come specializzazione perché mi affascina l'opportunità di seguire le donne in tutte le fasi della loro vita, dalla salute riproduttiva alla gravidanza e oltre. È una disciplina che unisce competenze tecniche e umane, permettendo di creare un rapporto di fiducia con le pazienti e di fare la differenza nella loro salute e benessere. Inoltre, mi ispira l'idea di contribuire a temi importanti come la prevenzione e il supporto alle donne in momenti delicati della loro vita.

Domanda n. 2

È difficile esercitare oggi questa professione?

Sì, esercitare questa professione può essere difficile, ma anche incredibilmente gratificante. Le difficoltà derivano spesso dalla necessità di prendere decisioni importanti in tempi rapidi, dalla gestione di situazioni emotivamente intense e dalla responsabilità di garantire la salute delle pazienti. Tuttavia, queste sfide sono bilanciate dalla soddisfazione di aiutare le donne in momenti fondamentali della loro vita, come la gravidanza, e di contribuire al loro benessere generale. È una professione che richiede dedizione, empatia e aggiornamento continuo, ma per me vale ogni sforzo.

Domanda n. 3

Quanto influisce la psiche sulla somatizzazione di una malattia? E se sì, quanto su un carcinoma?

La psiche gioca un ruolo significativo nella somatizzazione di molte malattie, soprattutto in quelle in cui stress, ansia o traumi psicologici possono manifestarsi attraverso sintomi fisici. Tuttavia, per quanto riguarda un carcinoma, il rapporto tra psiche e sviluppo della malattia è più complesso. Non ci sono prove scientifiche che lo stress o i fattori psicologici possano causare direttamente un carcinoma, poiché le sue cause principali sono genetiche, ambientali e legate a fattori di rischio specifici.

Tuttavia, la psiche può influenzare indirettamente il decorso della malattia e la risposta al trattamento. Ad esempio, uno stato mentale positivo può migliorare l’aderenza alle cure, la qualità della vita e, in alcuni casi, rafforzare il sistema immunitario. Al contrario, stress cronico o depressione possono indebolire il corpo, rendendo più difficile affrontare le terapie. Per questo motivo, l’approccio integrato alla cura di un carcinoma include spesso anche supporto psicologico.

Domanda n. 4

Quale percentuale di interventi annui sul bacino d’utenza (indicare numero pazienti globale seguiti) che segue? E quale percentuale di interventi sul totale dato, sono carcinomi?

Annualmente seguo un migliaio di pazienti per i controlli ginecologici ed una percentuale inferiore viene seguita per il monitoraggio della gravidanza fisiologica (controlli ostetrici).

Tra le pazienti che accedono per i controlli ginecologici annuali circa il 15% dovranno essere operate per una patologia in ambito ginecologico (polipi, miomi, cisti ovariche, prolassi, carcinomi), fortunatamente solo il 2% del totale verrà sottoposta ad intervento per una patologia tumorale.

Domanda n. 5

I carcinomi riscontrati, dove sono ubicati?

I tumori riscontrati con maggiore frequenza sono quelli endometriali ossia che riguardano il corpo uterino. Questi carcinomi sono legati a fattori predisponenti come obesità, diabete ed ipertensione ed insorgono prevalentemente dopo la menopausa a differenza dai tumori della cervice uterina che colpiscono le donne più giovani e sono dovuti all’infezione da Papilloma Virus di cui adesso è disponibile la vaccinazione.

I tumori endometriali sono facilmente curabili se diagnosticati precocemente con il solo intervento chirurgico senza la necessità di ulteriori terapie adiuvanti, questo implica la necessità di effettuare controlli clinici ginecologici annuali regolari.

Meno frequentemente, fortunatamente, ci troviamo di fronte alla diagnosi di carcinoma ovarico. Quest’ultimo è molto più subdolo perché può crescere indisturbato in addome prima di dare segno di sé, determinando spesso la sua diagnosi tardiva con difficoltà o impossibilità chirurgica e necessità di terapie chemio e radioterapiche successive all’intervento.

Domanda n. 6

La prevenzione è sufficiente secondo lei?

"La prevenzione è fondamentale, ma da sola non è sempre sufficiente. Adottare uno stile di vita sano, effettuare controlli regolari e aderire ai programmi di screening può ridurre significativamente il rischio di molte malattie, incluso il carcinoma, o permetterne una diagnosi precoce, aumentando così le probabilità di successo delle cure.

Tuttavia, ci sono fattori come predisposizione genetica, esposizione ambientale e mutazioni casuali che non possono essere completamente prevenuti. Per questo, oltre alla prevenzione, è essenziale investire nella ricerca, garantire accesso a cure tempestive e personalizzate e promuovere la consapevolezza affinché le persone siano informate sui segnali di allarme e sui passi da compiere per la propria salute."

Domanda n.7

Cosa dovrebbero fare le istituzioni per garantire una vita sana alle donne?

Le istituzioni hanno un ruolo cruciale nel garantire una vita sana alle donne e dovrebbero adottare un approccio integrato che tenga conto della salute fisica, mentale e sociale. Alcuni passi fondamentali includono:

1. Accesso alla prevenzione e alla cura: Offrire programmi di screening gratuiti o a basso costo per malattie come tumori ginecologici, malattie cardiovascolari e osteoporosi, garantendo che ogni donna possa accedere a controlli regolari e a cure di qualità.

2. Educazione sanitaria: Promuovere campagne di sensibilizzazione sull'importanza di uno stile di vita sano, inclusi alimentazione equilibrata, attività fisica e gestione dello stress, con particolare attenzione alle diverse fasi della vita femminile.

3. Supporto psicologico: Integrare servizi di salute mentale nei percorsi di cura, riconoscendo l'impatto dello stress e delle malattie mentali sulla salute globale delle donne.

4. Diritti e tutele lavorative: Implementare politiche che tutelino la salute delle donne lavoratrici, come congedi di maternità, supporto alla conciliazione tra lavoro e famiglia, e prevenzione dello stress lavoro-correlato.

5. Ricerca mirata: Investire nella ricerca per comprendere meglio le specificità della salute femminile e sviluppare cure personalizzate.

6. Contrastare la violenza di genere: Prevenire e affrontare la violenza sulle donne, che ha gravi ripercussioni fisiche e psicologiche, attraverso campagne educative, leggi efficaci e supporto per le vittime.

In sintesi, le istituzioni devono garantire un approccio multidisciplinare e accessibile, lavorando in sinergia con la comunità per rispondere alle esigenze specifiche delle donne. 

Domanda n. 8

Lei è un medico privato che opera nel pubblico, come giudica la sanità nel mondo privato rispetto al pubblico e viceversa?

Un medico tende a giudicare sanità pubblica e privata sulla base delle loro peculiarità, vantaggi e criticità, tenendo conto dell'obiettivo comune di garantire cure di qualità ai pazienti.

La sanità pubblica rappresenta un pilastro fondamentale per garantire l'accesso alle cure a tutta la popolazione, indipendentemente dalle condizioni economiche. Tra i suoi punti di forza ci sono:

-Accessibilità universale.

-Presenza capillare sul territorio.

Tuttavia, soffre spesso di carenze strutturali, lunghe liste d'attesa e una burocrazia complessa, che possono influire negativamente sull'efficienza e la tempestività delle cure.

La sanità privata offre generalmente tempi di attesa più brevi, una maggiore personalizzazione delle cure e strutture spesso più moderne. Tuttavia, il suo accesso è legato alla capacità economica del paziente, il che può creare disparità.

Dal punto di vista di un medico, lavorare in entrambi i contesti presenta sfide e opportunità. Nel pubblico, c'è la possibilità di aiutare una platea più ampia e diversificata, ma spesso con risorse limitate. Nel privato, ci sono maggiori strumenti e tempi per il paziente.

L’ideale sarebbe un sistema che unisca i punti di forza di entrambi, garantendo equità, efficienza e alta qualità delle cure. 

Domanda n.9

Una domanda per il suo futuro: cosa si auspica?

1 Innovazione e ricerca

Contribuire al progresso medico partecipando a studi clinici o sviluppando nuove tecniche nel campo ginecologico potrebbe essere una grande soddisfazione personale e professionale.

2 Creare una rete di supporto per le donne

Promuovere la salute femminile attraverso campagne di sensibilizzazione o programmi educativi mi farebbe sentire più vicina alle mie pazienti.

3 Tecnologie avanzate

Diventare esperta nell’uso di nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale in ginecologia (ad esempio per diagnosticare tumori precocemente) o l’uso della robotica nelle procedure chirurgiche.

4 Formazione di nuove generazioni

Condividere la mia esperienza insegnando a giovani medici potrebbe darmi la soddisfazione di lasciare un impatto duraturo sulla professione.

5 Miglioramento del work-life balance

Trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata, soprattutto in un campo impegnativo come quello della ginecologia.

Domanda n. 10

Una domanda per il futuro del genere femminile: cosa auspica loro?

Auspico un futuro in cui il genere femminile possa vivere in un mondo di pari opportunità, libertà e rispetto, in cui ogni donna abbia il diritto di esprimere pienamente sé stessa, senza ostacoli o discriminazioni.

Mi auguro che le donne possano accedere a un'istruzione di qualità, a carriere soddisfacenti e a una rappresentanza equa in tutti gli ambiti, dalla politica all'economia, dalla scienza all'arte. È fondamentale che siano garantiti i diritti fondamentali, come la salute, la sicurezza e la libertà di scelta, eliminando violenze e disuguaglianze di genere.

Spero anche in una cultura che valorizzi il ruolo delle donne non solo come madri o figure di supporto, ma come individui completi, capaci di cambiare il mondo con il loro talento, la loro intelligenza e la loro sensibilità.

In definitiva, auspico un futuro in cui il genere non sia più una barriera, ma una ricchezza da celebrare e rispettare.

Domanda n. 11

Consiglierebbe la sua professione alle ragazze? Se sì, perché?

Consiglierei senza dubbio la professione di ginecologa alle ragazze, soprattutto a chi sente una vocazione per la medicina e il desiderio di accompagnare le donne in tutte le fasi della loro vita. È una specializzazione che richiede impegno, ma offre una straordinaria opportunità di fare la differenza, sia dal punto di vista fisico che emotivo.

Essere ginecologa significa lavorare a stretto contatto con le pazienti, costruendo un rapporto di fiducia unico. Ci si trova a svolgere un ruolo importante non solo nella prevenzione e nella cura, ma anche nell'educazione alla salute e nel supporto durante momenti delicati come la gravidanza, la menopausa o la gestione di patologie complesse.

Inoltre, è una disciplina in continua evoluzione, che unisce competenze mediche, chirurgiche e umane, rendendola stimolante e mai monotona. Per chi è motivata dalla passione per la medicina e dall'empatia verso le altre donne, questa professione può essere una scelta appagante e significativa. 

Domanda n. 12

Oltre ad essere un bravo medico, (questo lo dico io), lei si considera una buona terapeuta della coppia nell’ascolto? E se sì, una terapia per e dell’animo esiste?

Sì, possiamo considerare la terapia di coppia come una forma di "cura per l'animo" delle persone coinvolte in una relazione. La terapia di coppia, infatti, non si limita a risolvere conflitti pratici o comportamentali, ma si concentra anche sulle emozioni profonde, sui bisogni non espressi e sulle ferite emotive che spesso si nascondono dietro i problemi di una relazione.

Questa forma di terapia aiuta entrambe le persone a comunicare meglio, a comprendere i propri sentimenti e quelli del partner, e a sviluppare strumenti per affrontare insieme difficoltà che possono pesare sull'animo, come il risentimento, la mancanza di fiducia o il dolore emotivo.

In un certo senso, possiamo dire che la terapia di coppia lavora sull'intimità emotiva e sul benessere psicologico di entrambi i partner, favorendo la crescita personale e la connessione autentica.

Domanda n. 13

Ho detto che lei è una donna, per le donne. Si sente come l’ho descritta, attraverso le domande poste? Aggiunga lei come e cosa vorrebbe per il pianeta femminile.

Immagino un pianeta femminile dove ogni donna possa vivere libera da discriminazioni, violenze e stereotipi di genere, un luogo in cui il valore e il potenziale di ogni individuo siano riconosciuti e celebrati. Vorrei un mondo in cui le donne possano sentirsi sicure, rispettate e incoraggiate a realizzare i propri sogni, senza essere costrette a scegliere tra carriera, famiglia o libertà personale.

Sogno un pianeta dove la solidarietà tra donne sia un valore centrale, unendo le generazioni in una rete di sostegno reciproco. Dove ci sia accesso equo all'istruzione, alla salute e al lavoro, e dove la leadership femminile sia presente in tutti gli ambiti della società, ispirando il cambiamento e promuovendo l'equità.

Inoltre, vorrei che la femminilità fosse vista come una forza, non come una debolezza, e che la diversità delle esperienze e dei ruoli femminili fosse accolta con orgoglio. Un pianeta in cui le donne possano vivere in armonia con sé stesse, con gli altri e con la natura, contribuendo a costruire un futuro più giusto, creativo e compassionevole per tutti.

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La ringrazio Dottoressa Marilena, e auspico che l’articolo venga letto anche dalla platea delle ragazze e da tutte le donne a cui lei si rivolge con attenzione, sensibilità e dedizione.

 

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

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