mercoledì 25 settembre 2024

Oggi tocca a me, essere intervistata.


Oggi tocca a me, essere intervistata.

Va detto subito che non è di oggi, né di ieri, è leggermente datata, risale all’8 giugno 2022. L’ho tenuta in serbo perché volevo vedere se rileggendo le risposte, ero ancora dell’opinione rilasciata allora. Ebbene sì. Posso assicurarvi che se Elisa Averna oggi formulasse quelle domande, le risposte sarebbero uguali.

Elisa Averna è una brava scrittrice e non solo questo. Lavora come una dannata, perché crede in ciò che fa, e io l’ammiro per il suo coraggio e determinazione. Con i suoi libri si respira un’aria diversa che ti cattura e pervade, ma ti lascia ancora spazio al tuo immaginario.

Ma adesso veniamo a me. 




Le domande sono scritte in nero, le mie risposte in fucsia. L’ho esplicitamente chiesto all’intervistatrice.

 

Chi si nasconde dietro l’autrice? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?

Domanda insidiosa …direi. Provo a tracciare un ritratto fatto di pennellate fucsia che non nascondono nulla al lettore, perché sono così come mi vedi. Esplosiva, vulcanica, piena di gioia per lo studio, contenta dei successi degli altri. Ammiro i giovani che hanno voglia di studiare, che hanno le idee chiare sul loro futuro.


Anch’io ero come loro, sempre alla ricerca di qualcosa che mi piacesse e mi facesse stare bene. E continuo ad esserlo peraltro. Cos’è, ti chiederai? Leggere di tutto, di molti. Andare per mostre d’arte, dove impari anche la storia, perché di fronte ad un’opera devi capire anche perché è stata dipinta così. Quando è stata dipinta? Il contesto che la circonda influenza lo stato d’animo dell’esecutore e quindi l’opera subisce il momento storico.

Altri interessi?




Viaggiare. Incontrare culture diverse, poter parlare con gli altri. Il mio piccolo bagaglio d’inglese mi ha sempre permesso una moltitudine di possibilità. Per questo credo fermamente che lo studio rende liberi!

Ti racconto una curiosità: da piccola mi creavo le parole crociate. Una cosa leggermente diversa dalle altre bambine. Ma io sono così, come dice la canzone sono leggermente complicata. Però mi piaccio così!

Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?

Un quadro? Che mi rappresenti? Non saprei. Non posso vantarmi di essere uno nessuno e centomila, sicuramente ogni giorno è una rappresentazione della vita diversa da quella appena vissuta. Potrei oggi essere l’Arlecchino di Picasso, o San Pietro crocifisso a testa in giù del Caravaggio. 

Potrò invece domani essere quel gatto sull’uscio di Balthus, 

o la Dama con l’ermellino



Magari dopodomani sarò una scimmietta di Frida, chi lo sa?

L’arte ci attraversa, ci pervade come la musica, come la matematica che è la metrica ad esempio dei sonetti, e i numeri sono i miei e i tuoi nei nostri giorni.

“Non comprate la casa all’ombra della croce, sul lago” è il tuo romanzo breve edito da Edizioni il Ciliegio. Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato ad esso? Com’è nata questa storia? Dove hai tratto ispirazione?

Perché ho scritto questo noir? Perché scrivo? Mi è obbligo farlo. Perché chi non c’è, ma c’è, mi chiede di parlarne. Chi sono io per sottrarmi a tale richiesta?


La protagonista è Brunilde, e lei è un mistero, pertanto non posso parlare del perché ho scritto di lei e cosa mi è capitato nei 40 giorni di stesura e le singolarità degli eventi successivi.

Resta il fatto che non tutti gradiscono si parli troppo, con o senza aneddoti e Brunilde è una di queste.

Sì, forse una cosa mi è consentita: nello stesso anno e pressappoco stessi mesi, un altro scrittore si è cimentato in un romanzo con la protagonista dal nome Brunilde. Ebbene ha avuto guai seri, ma per privacy non posso dirti.

Che tipo è Brunilde?

Devi leggere il libro per scoprirlo.

Se dovessi regalare un fiore a Brunilde, che cosa le regaleresti e perché?

Un fiore per Brunilde? Uno non basta per lei. La omaggerei con un fascio di Rose di Madrina, e orchidee ibride che non sono ancora state create, ma si sa le Fate lo possono fare!


C’è un personaggio nel tuo romanzo con il quale “hai litigato”? un personaggio ribelle nei tuoi confronti della tua penna? E se sì, alla fine che ha vinto, tu o lui/lei?

Non litigo mai con i miei personaggi. Loro sono ologrammi viventi che si presentano a me e mi raccontano tanto, della vita, degli amori, degli amici, insomma di tutto quello che hanno bisogno di dirmi. E quando termina il libro, si ripiegano su sé stessi e tornano nelle pagine dove li ho collocati. Loro sono emersi dai pensieri miei, con un corpo e un’anima forse. Ora però solo quando i lettori sfoglieranno i libri essi si ergeranno a raccontare di nuovo.

Se magicamente la tua Brunilde apparisse davanti a te, che cosa le diresti o chiederesti?

Brunilde non mi appare perché lo ha già fatto quando mi ha fatto scrivere di lei, di come ha dovuto lottare contro il male, della corsa terribile che il destino aveva previsto. Le pagine risentono di questi spasmi, di questo anelito di arrivare in fondo alla corsa della vita. Per dare una rappresentazione a questo simbolismo è come un purosangue che corre, scavalca gli ostacoli e cerca attraverso un viaggio nell’arte, il potere salvifico per la sua anima.

Quali generi letterari ti appassionano di più?

Generi letterari che preferisco?

Amando guarda caso il leggere, potrei farti un lunghissimo elenco di scrittori. Da ragazza ovviamente i classici, per poi disertare verso Calvino, Chiara, Parise, Vittorini, e passare agli americani come Steinbeck, Pearl S. Buck, ecco sì, lei l’ho proprio amata. Ho letto quasi tutto.

Come si fa a dire chi preferisco?

Io preferisco leggere. Amo i poeti Keats e Shelley, Baudelaire, Foscolo con “I Sepolcri” che ricordo ancora a memoria, Ungaretti. Non solo poesie ovviamente, sono catturata da molti, Cassola, Pavese, Sartre, Silone, Shakespeare, ecc.  l’elenco è lunghissimo.

Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà … come preferisci).

Gli alieni non mi possono rapire: l’aliena sono io!    

      


Loro sanno già tutto di me. Ho con loro il Teletrasporto ogni giorno e più volte al giorno!  Perché dico questo, perché i terrestri provengono da una civiltà extra terrestre. Alcuni come me hanno retaggio mnemonico del passato e conservano poteri divinatori e ancestrali. Solo i prescelti hanno queste reminiscenze. Gli altri sono semplicemente cosiddetti umani.                                                              Ahahahahahahahah

Se avessi l’opportunità di viaggiare nel passato, dove andresti e perché? Inoltre ti chiedo quali oggetti del nostro tempo porteresti con te per dimostrare a chi di dovere che provieni dal futuro?

Non posso recarmi nel passato anche se ne avessi l’opportunità la declinerei. Davanti ho e vedo il futuro. Ecco quello sì, è un viaggio che apprezzerei. Ovviamente con me non porterei nulla, perché acquisterei tutto lì, per portare indietro l’evidenza del viaggio intrapreso con oggetti a noi inimmaginabili!  Ma con la sfiga che a volte ci portiamo in valigia senza saperlo, sicuramente arriverei fino al giorno del trapasso e questo non mi va di saperlo ora! Chiaro no? Ovviamente scherzo!



Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?

Ai lettori vorrei dire che leggere ne vale sempre la pena. Sia che il libro sia piaciuto o no. Questo perché è, e deve essere stimolo di confronto.

 


Grazie Germana! È stato un piacere averti ospite. Ti auguro il meglio come autrice e come “cittadina” del mondo che ama viaggiare.

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Grazie mille Elisa.

Sul suo URL 
https://www.elisaaverna.com/fogliliberi/interviste-agli-autori

potrete trovare molte altre interviste, se vi va, date un’occhiata.